Tanti i temi di "Credoinunsolodio" cui parlare in questo incontro con Stefano Massini e la compagnia dello spettacolo.
Chiostro Nina Vinchi
Stefano Massini e le protagoniste di Credoinunsolodio incontrano in pubblico per parlare dei temi dello spettacolo, ancora più di attualità in questo periodo storico.
Scritto da Massini nel 2011, Credoinunsolodio viene presentato per la prima volta in forma scenica completa dal Piccolo. Già tradotto e rappresentato in dieci lingue, è stato scelto anche da compagnie di cultura ebraica e musulmana.
«Ho sempre creduto che il teatro fosse il luogo più alto deputato all'analisi del nostro trovarci qui e ora - ha detto Stefano Massini. - In questa situazione cultura, sociale e polifica ho pensato fosse giusto lanciare il cuore oltre l'ostacolo e raccontere una storia molto concreta, fatta di reali sentimenti, stati d'animo, punti di domanda, risolti ma in gran pare irrisolti».
«Il testo è costruito come un puzzle in cui manca comunque sempre qualche pezzo. Perché la realtà che vuole rappresentare è così: aporetica e priva di senso - dicono Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti e Mariangeles Torres, registe e protagoniste dello spettacolo. - Anche il pubblico, come le tre protagoniste, è alla ricerca di un senso, soprattutto oggi, alla luce di quanto accaduto in Francia e del violento risveglio dell’Occidente che ne è seguito. Uno spettacolo teatrale non può fornire alcuna soluzione, ma è anche vero che può essere utile per riflettere sulle proprie posizioni, sui pregiudizi, sulla necessità di avere dei dubbi, sui devastanti effetti che la paura può avere sulla vita quotidiana di ciascuno di noi.
Stefano Massini e le protagoniste di Credoinunsolodio incontrano in pubblico per parlare dei temi dello spettacolo, ancora più di attualità in questo periodo storico.
Scritto da Massini nel 2011, Credoinunsolodio viene presentato per la prima volta in forma scenica completa dal Piccolo. Già tradotto e rappresentato in dieci lingue, è stato scelto anche da compagnie di cultura ebraica e musulmana.
«Ho sempre creduto che il teatro fosse il luogo più alto deputato all'analisi del nostro trovarci qui e ora - ha detto Stefano Massini. - In questa situazione cultura, sociale e polifica ho pensato fosse giusto lanciare il cuore oltre l'ostacolo e raccontere una storia molto concreta, fatta di reali sentimenti, stati d'animo, punti di domanda, risolti ma in gran pare irrisolti».
«Il testo è costruito come un puzzle in cui manca comunque sempre qualche pezzo. Perché la realtà che vuole rappresentare è così: aporetica e priva di senso - dicono Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti e Mariangeles Torres, registe e protagoniste dello spettacolo. - Anche il pubblico, come le tre protagoniste, è alla ricerca di un senso, soprattutto oggi, alla luce di quanto accaduto in Francia e del violento risveglio dell’Occidente che ne è seguito. Uno spettacolo teatrale non può fornire alcuna soluzione, ma è anche vero che può essere utile per riflettere sulle proprie posizioni, sui pregiudizi, sulla necessità di avere dei dubbi, sui devastanti effetti che la paura può avere sulla vita quotidiana di ciascuno di noi.
Credits
Chiostro Nina Vinchi
venerdì 11 dicembre 2015, ore 17
Incontro con
Stefano Massini e la compagnia dello spettacolo
Credoinunsolodio
in collaborazione con le Università milanesi