In occasione della messa in scena dello spettacolo "Questa sera si recita a soggetto", viene proiettato il documentario "Uno, nessuno e Pirandello" realizzato da 3D in occasione degli 80 anni dalla consegna del Premio Nobel (10 dicembre 1934) al grande drammaturgo.
Chiostro Nina Vinchi
Il 10 dicembre 1934 Luigi Pirandello riceveva il premio Nobel. Sono passati 80 anni. Pirandello è a tutt’oggi tra gli autori più rappresentati al mondo. Come scrisse Cesare Musatti, con i suoi testi ha anticipato la psicanalisi. I temi delle sue opere sono di grande attualità: la follia, l’io diviso, l’alienazione delle macchine. Eppure sull’uomo Pirandello c’è stata quasi un’amnesia. L’opera si studia a scuola e si rappresenta a teatro, mentre lui sparisce, in un gioco di doppi, come nelle sue novelle. Per la contiguità al fascismo? Forse.
Raccontare Pirandello non è difficile: ha lasciato un epistolario immenso e di lui hanno scritto in tanti. Ma per questo documentario si parte da un ricordo diretto, quello del regista Citto Maselli, di cui Pirandello fu padrino: una sera, prima di partire per l’America (nazione che visitò due volte, per incontrare Greta Garbo protagonista di Come tu mi vuoi e per conoscere Albert Einstein) lo scrittore scherza con il bambino dicendo che lo porterà sul piroscafo nascosto in un baule.
Da questo aneddoto, il documentario ripercorre la vita del grande drammaturgo, toccando diversi temi: il rapporto con le donne, dalla moglie Antonietta che manifestò presto segni di pazzia e venne rinchiusa in manicomio, a Marta Abba, la sua musa/attrice; la sua profonda sicilianità; l’amore per il teatro e il rapporto con il cinema; il Premio Nobel; l’adesione al fascismo e la morte, il capitolo più pirandelliano della sua vita. Racconta ancora Citto Maselli che Pirandello si prese una polmonite per essere arrivato fradicio di pioggia a Cinecittà dove giravano un film dal suo Mattia Pascal. Da questo male non si riprese più, morendo il 10 dicembre 1936.
Oltre a Citto Maselli il documentario è costruito con le testimonianze di Marco Bellocchio, Luca Ronconi, Andrea Jonasson, Dario Fo, Michele Placido, Gabriele Lavia, Elio Providenti, Massimo Ammanniti, Emanuele Macaluso, Toni Servillo, Matteo Collura, Umberto Orsini, Adriana Asti, Mimmo Paladino ed è ambientato in parte nella sua casa romana, oggi museo.
Gli epistolari e le novelle di Pirandello sono recitate da Fabrizio Falco; la voce narrante è di Alarico Salaroli, altro interprete pirandelliano di Questa sera si recita a soggetto con la regia di Massimo Castri.
Il 10 dicembre 1934 Luigi Pirandello riceveva il premio Nobel. Sono passati 80 anni. Pirandello è a tutt’oggi tra gli autori più rappresentati al mondo. Come scrisse Cesare Musatti, con i suoi testi ha anticipato la psicanalisi. I temi delle sue opere sono di grande attualità: la follia, l’io diviso, l’alienazione delle macchine. Eppure sull’uomo Pirandello c’è stata quasi un’amnesia. L’opera si studia a scuola e si rappresenta a teatro, mentre lui sparisce, in un gioco di doppi, come nelle sue novelle. Per la contiguità al fascismo? Forse.
Raccontare Pirandello non è difficile: ha lasciato un epistolario immenso e di lui hanno scritto in tanti. Ma per questo documentario si parte da un ricordo diretto, quello del regista Citto Maselli, di cui Pirandello fu padrino: una sera, prima di partire per l’America (nazione che visitò due volte, per incontrare Greta Garbo protagonista di Come tu mi vuoi e per conoscere Albert Einstein) lo scrittore scherza con il bambino dicendo che lo porterà sul piroscafo nascosto in un baule.
Da questo aneddoto, il documentario ripercorre la vita del grande drammaturgo, toccando diversi temi: il rapporto con le donne, dalla moglie Antonietta che manifestò presto segni di pazzia e venne rinchiusa in manicomio, a Marta Abba, la sua musa/attrice; la sua profonda sicilianità; l’amore per il teatro e il rapporto con il cinema; il Premio Nobel; l’adesione al fascismo e la morte, il capitolo più pirandelliano della sua vita. Racconta ancora Citto Maselli che Pirandello si prese una polmonite per essere arrivato fradicio di pioggia a Cinecittà dove giravano un film dal suo Mattia Pascal. Da questo male non si riprese più, morendo il 10 dicembre 1936.
Oltre a Citto Maselli il documentario è costruito con le testimonianze di Marco Bellocchio, Luca Ronconi, Andrea Jonasson, Dario Fo, Michele Placido, Gabriele Lavia, Elio Providenti, Massimo Ammanniti, Emanuele Macaluso, Toni Servillo, Matteo Collura, Umberto Orsini, Adriana Asti, Mimmo Paladino ed è ambientato in parte nella sua casa romana, oggi museo.
Gli epistolari e le novelle di Pirandello sono recitate da Fabrizio Falco; la voce narrante è di Alarico Salaroli, altro interprete pirandelliano di Questa sera si recita a soggetto con la regia di Massimo Castri.
Credits
Chiostro Nina Vinchi
martedì 23 febbraio 2016, ore 18
proiezione del documentario
Uno, nessuno e Pirandello
a cura di Didi Gnocchi e Matteo Moneta
3D Produzioni
in collaborazione con Sky Arte, Istituto Luce, Istituto di Studi Pirandelliani e Piccolo Teatro di Milano