In occasione dello spettacolo Scene da Faust, regia di Federico Tiezzi, il Piccolo organizza un incontro con la compagnia per parlare dei temi che attraversano il monumentale capolavoro di Goethe e le scelte operate dal regista nella messa in scena. Modera Anna Piletti.
Chiostro Nina Vinchi
Federico Tiezzi porta in scena il mito di Faust, partendo dalla monumentale opera di Goethe, cui lo scrittore e poeta tedesco lavorò per sessant’anni, dal 1772 al 1831. In occasione dello spettacolo Scena da Faust, al Teatro Grassi dal al
In Scene da Faust il regista ha estrapolato dodici scene della prima parte del dramma rileggendole attraverso il filtro della psicoanalisi: «Dopo il lavoro su Freud (per Freud o l`interpretazione dei sogni di Stefano Massini portato in scena per il Piccolo nella scorsa stagione ndr) – dice Federico Tiezzi – ho letto anche il Libro rosso di Jung, in cui l'io narrante incontra il diavolo. L'idea forte, affascinante, centrale è diventata questa: Mefistofele sarebbe stato l'inconscio in carne e ossa».
«Mefistofele – prosegue Tiezzi – è un rispecchiamento che porta Faust alla scoperta di sé, del desiderio, del corpo. In quanto Inconscio diventa il doppio di Faust, la sua proiezione sotto forma di demonio, un’entità psichica creata e sorta dalla vita interiore, che dimora nell’ombra».
In scena nel ruolo di Mefistofere è Sandro Lombardi mentre Freud è interpretato da Marco Foschi.
Federico Tiezzi porta in scena il mito di Faust, partendo dalla monumentale opera di Goethe, cui lo scrittore e poeta tedesco lavorò per sessant’anni, dal 1772 al 1831. In occasione dello spettacolo Scena da Faust, al Teatro Grassi dal al
In Scene da Faust il regista ha estrapolato dodici scene della prima parte del dramma rileggendole attraverso il filtro della psicoanalisi: «Dopo il lavoro su Freud (per Freud o l`interpretazione dei sogni di Stefano Massini portato in scena per il Piccolo nella scorsa stagione ndr) – dice Federico Tiezzi – ho letto anche il Libro rosso di Jung, in cui l'io narrante incontra il diavolo. L'idea forte, affascinante, centrale è diventata questa: Mefistofele sarebbe stato l'inconscio in carne e ossa».
«Mefistofele – prosegue Tiezzi – è un rispecchiamento che porta Faust alla scoperta di sé, del desiderio, del corpo. In quanto Inconscio diventa il doppio di Faust, la sua proiezione sotto forma di demonio, un’entità psichica creata e sorta dalla vita interiore, che dimora nell’ombra».
In scena nel ruolo di Mefistofere è Sandro Lombardi mentre Freud è interpretato da Marco Foschi.