Il Memoriale della Shoah di Milano, per il settimo anno, nella ricorrenza dell’80° anniversario dell’8 settembre 1943 e dell’inizio della Resistenza armata contro il nazifascismo, ospita un evento straordinario a ricordo del tragico destino di quanti partirono dai sotterranei della Stazione Centrale di Milano, per mai più fare ritorno.
-
Fondazione Memoriale della Shoah di Milano
Nato da un’idea di Stefania Consenti (dal libro Luoghi della Memoria di Milano della stessa autrice) e messo in scena da CastagnaRavelli, con la regia di Paolo Castagna, lo spettacolo, itinerante, conduce il pubblico negli ambienti della Stazione Centrale, dove centinaia di persone, caricate su vagoni merci e stipate in spazi ristretti, furono avviate a un destino di morte nei campi di concentramento e sterminio. Il percorso si apre con un prologo a cura della Fondazione Memoriale della Shoah. Gli spettatori ascoltano poi testimonianze di sopravvissuti all’Olocausto e alla deportazione politica e operaia, recitate da attori del Piccolo e accompagnate da musiche eseguite da artisti del Conservatorio, per essere infine guidati all’interno di uno dei vagoni conservati, luogo dove i prigionieri venivano rinchiusi per essere deportati.
Sovente si tende a sottovalutare la portata della Resistenza, della deportazione politica e della Shoah sul territorio italiano. È di fondamentale importanza ricordare che le leggi razziste emanate dal governo fascista e di cui ricorre quest’anno l’ottantacinquesimo anniversario (1938-2023), la retata organizzata dalle SS a Roma il 16 ottobre del 1943, quel che accadde nel biennio 1943-1945 (dopo l’8 settembre e prima della fine della guerra) ebbero conseguenze gravissime per la comunità ebraica italiana. La repressione nazifascista, dopo l’8 settembre 1943, colpì duramente migliaia di oppositori politici e lavoratori. Nelle grandi fabbriche di Milano, Sesto San Giovanni e della provincia, centinaia di lavoratori e di oppositori politici furono arrestati e deportati in seguito allo sciopero generale del marzo 1944. Le cifre di quanti persero la vita su tutto il territorio italiano per le persecuzioni, gli omicidi a sfondo razziale, politico e le deportazioni sono impressionanti, così come si sa che di tutti gli esponenti della comunità ebraica catturati a Roma la mattina del 16 ottobre 1943 – oltre 1.000 persone – solo 16 fecero ritorno dai campi e tra questi una sola donna.
Attorno al binario 21, simbolo della Shoah in Italia e della deportazione politica e operaia, è nato il Memoriale della Shoah di Milano, il luogo della Memoria delle deportazioni dove ricordare diventa presupposto irrinunciabile per progettare il futuro. I luoghi della Memoria nasce e si svolge in questo luogo perché, come spiega Ferruccio De Bortoli, Presidente Onorario della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano, «il ricordo è un esercizio salutare: apre la mente e i cuori... è protezione dalle suggestioni ideologiche, dalle ondate di odio e sospetti. La memoria è il vaccino culturale che ci rende immuni dai batteri dell’antisemitismo e del razzismo».
La Fondazione Memoriale della Shoah di Milano è in Piazza Edmond Jacob Safra 1, Milano.
Nato da un’idea di Stefania Consenti (dal libro Luoghi della Memoria di Milano della stessa autrice) e messo in scena da CastagnaRavelli, con la regia di Paolo Castagna, lo spettacolo, itinerante, conduce il pubblico negli ambienti della Stazione Centrale, dove centinaia di persone, caricate su vagoni merci e stipate in spazi ristretti, furono avviate a un destino di morte nei campi di concentramento e sterminio. Il percorso si apre con un prologo a cura della Fondazione Memoriale della Shoah. Gli spettatori ascoltano poi testimonianze di sopravvissuti all’Olocausto e alla deportazione politica e operaia, recitate da attori del Piccolo e accompagnate da musiche eseguite da artisti del Conservatorio, per essere infine guidati all’interno di uno dei vagoni conservati, luogo dove i prigionieri venivano rinchiusi per essere deportati.
Sovente si tende a sottovalutare la portata della Resistenza, della deportazione politica e della Shoah sul territorio italiano. È di fondamentale importanza ricordare che le leggi razziste emanate dal governo fascista e di cui ricorre quest’anno l’ottantacinquesimo anniversario (1938-2023), la retata organizzata dalle SS a Roma il 16 ottobre del 1943, quel che accadde nel biennio 1943-1945 (dopo l’8 settembre e prima della fine della guerra) ebbero conseguenze gravissime per la comunità ebraica italiana. La repressione nazifascista, dopo l’8 settembre 1943, colpì duramente migliaia di oppositori politici e lavoratori. Nelle grandi fabbriche di Milano, Sesto San Giovanni e della provincia, centinaia di lavoratori e di oppositori politici furono arrestati e deportati in seguito allo sciopero generale del marzo 1944. Le cifre di quanti persero la vita su tutto il territorio italiano per le persecuzioni, gli omicidi a sfondo razziale, politico e le deportazioni sono impressionanti, così come si sa che di tutti gli esponenti della comunità ebraica catturati a Roma la mattina del 16 ottobre 1943 – oltre 1.000 persone – solo 16 fecero ritorno dai campi e tra questi una sola donna.
Attorno al binario 21, simbolo della Shoah in Italia e della deportazione politica e operaia, è nato il Memoriale della Shoah di Milano, il luogo della Memoria delle deportazioni dove ricordare diventa presupposto irrinunciabile per progettare il futuro. I luoghi della Memoria nasce e si svolge in questo luogo perché, come spiega Ferruccio De Bortoli, Presidente Onorario della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano, «il ricordo è un esercizio salutare: apre la mente e i cuori... è protezione dalle suggestioni ideologiche, dalle ondate di odio e sospetti. La memoria è il vaccino culturale che ci rende immuni dai batteri dell’antisemitismo e del razzismo».
La Fondazione Memoriale della Shoah di Milano è in Piazza Edmond Jacob Safra 1, Milano.
Credits
I luoghi della Memoria
da un’idea di Stefania Consenti
un progetto di CastagnaRavelli
regia a cura di Paolo Castagna
con gli attori del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa: Gabriele Brunelli, Anna Della Rosa, Sergio Leone, David Meden, Beatrice Verzotti
e i musicisti del Conservatorio G. Verdi di Milano: Augusto Tenuta, violino; Davide Lucio Cervi, violoncello; Lorenzo Fagone, clarinetto; Daniele Genovese, fisarmonica
con la partecipazione della violinista Alessandra Romano che suona il violino della Shoah a lei donato dall’Ingegner Carlo Alberto Carutti
coordinamento della parte musicale a cura di Nicoletta Mainardi
testi
Primo Levi, dall’adattamento teatrale di Se questo è un uomo, Einaudi, Torino, 1966
Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Notte, Nebbia – Racconto di Gusen, Hoepli, Milano, 2009
Daniela Padoan, Come una rana d’inverno. Conversazioni con tre donne sopravvissute ad Auschwitz: Liliana Segre, Goti Bauer, Giuliana Tedeschi, Bompiani, Milano, 2004
Leopoldo Gasparotto, Diario di Fossoli (a cura di Mimmo Franzinelli), Bollati Boringhieri, Torino, 2007
con la sponsorizzazione di