Venerdì 20 ottobre alle 17 al Chiostro Nina Vinchi, per il primo appuntamento di La leggerezza del tempo, Renata Bulgheroni e Vittoria Crespi Morbio dialogano con Maurizio Porro in ricordo di Luciano Damiani.
Chiostro Nina Vinchi
Oltre a Il giardino dei ciliegi, sono all’incirca una quarantina i titoli, nel repertorio del Piccolo, per i quali Giorgio Strehler si avvale della collaborazione di Luciano Damiani, a partire da un testo contemporaneo, Il cammino sulle acque di Orio Vergani, nella stagione 1951/52.
È la volta di capolavori come le due edizioni de El nost Milan di Carlo Bertolazzi (stagioni 1955/56 e 1979/80), di un intenso lavoro sulle opere di Bertolt Brecht, tra i cui titoli vale citare, a titolo esemplificativo, la prima e la terza de L’anima buona di Sezuan (stagioni 1957/58 e 1995/96), Schweyk nella seconda guerra mondiale (stagione 1960/61) ma soprattutto Vita di Galileo (stagione 1962/63), La storia della bambola abbandonata di Brecht/Strehler/Sastre (stagione 1976/77), senza trascurare le due edizioni de Le baruffe chiozzotte (stagioni 1964/65 e 1992/93) e de Il campiello (stagioni 1974/75 e 1992/93) di Goldoni, La tempesta di Shakespeare (stagione 1977/78), fino al L’avaro di Molière, progetto avviato da Strehler, ma portato in scena da Lamberto Puggelli (stagione 1996/97).
Il sodalizio con lo scenografo bolognese (scomparso a Roma nel 2007) è particolarmente intenso anche nella produzione operistica di Strehler. Dopo un primo Angelo di fuoco di Prokof’ev alla Fenice di Venezia, nel settembre 1955, è la volta di un capolavoro assoluto quale Il ratto dal serraglio di Mozart, allestito per ben tre volte, a Salisburgo nel luglio 1965 (con la direzione di Bernhard Konz), quindi alla Pergola di Firenze nel maggio 1969 (direzione di Zubin Mehta), infine alla Scala, nel maggio 1972 (di nuovo con Bernhard Konz).
Nel repertorio mozartiano compare anche Il flauto magico, andato in scena a Salisburgo nel luglio 1974 con la direzione di von Karajan, che era stato maestro concertatore e direttore anche dell’edizione di Cavalleria rusticana di Mascagni, allestita alla Scala nel maggio 1966. Tra gli altri titoli, un indimenticabile Macbeth di Verdi, che inaugurò, il 7 dicembre del 1975, la stagione del Teatro alla Scala.
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria
Oltre a Il giardino dei ciliegi, sono all’incirca una quarantina i titoli, nel repertorio del Piccolo, per i quali Giorgio Strehler si avvale della collaborazione di Luciano Damiani, a partire da un testo contemporaneo, Il cammino sulle acque di Orio Vergani, nella stagione 1951/52.
È la volta di capolavori come le due edizioni de El nost Milan di Carlo Bertolazzi (stagioni 1955/56 e 1979/80), di un intenso lavoro sulle opere di Bertolt Brecht, tra i cui titoli vale citare, a titolo esemplificativo, la prima e la terza de L’anima buona di Sezuan (stagioni 1957/58 e 1995/96), Schweyk nella seconda guerra mondiale (stagione 1960/61) ma soprattutto Vita di Galileo (stagione 1962/63), La storia della bambola abbandonata di Brecht/Strehler/Sastre (stagione 1976/77), senza trascurare le due edizioni de Le baruffe chiozzotte (stagioni 1964/65 e 1992/93) e de Il campiello (stagioni 1974/75 e 1992/93) di Goldoni, La tempesta di Shakespeare (stagione 1977/78), fino al L’avaro di Molière, progetto avviato da Strehler, ma portato in scena da Lamberto Puggelli (stagione 1996/97).
Il sodalizio con lo scenografo bolognese (scomparso a Roma nel 2007) è particolarmente intenso anche nella produzione operistica di Strehler. Dopo un primo Angelo di fuoco di Prokof’ev alla Fenice di Venezia, nel settembre 1955, è la volta di un capolavoro assoluto quale Il ratto dal serraglio di Mozart, allestito per ben tre volte, a Salisburgo nel luglio 1965 (con la direzione di Bernhard Konz), quindi alla Pergola di Firenze nel maggio 1969 (direzione di Zubin Mehta), infine alla Scala, nel maggio 1972 (di nuovo con Bernhard Konz).
Nel repertorio mozartiano compare anche Il flauto magico, andato in scena a Salisburgo nel luglio 1974 con la direzione di von Karajan, che era stato maestro concertatore e direttore anche dell’edizione di Cavalleria rusticana di Mascagni, allestita alla Scala nel maggio 1966. Tra gli altri titoli, un indimenticabile Macbeth di Verdi, che inaugurò, il 7 dicembre del 1975, la stagione del Teatro alla Scala.
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria