Martedì 5 novembre alle 18, al Chiostro Nina Vinchi, Stefano de Luca dialoga con Alberto Grandi, esperto di storia della cucina italiana e autore del podcast DOI – Denominazione di origine inventata e Ivan Bargna, docente di Antropologia estetica.
Chiostro Nina Vinchi
Tre elementi rappresentativi di ogni spettacolo (una frase, un’immagine, un oggetto, un personaggio, etc.) vengono raccontati dai protagonisti della scena insieme a ospiti d’eccezione; sono queste le regole di ingaggio degli incontri di Per filo e per segno, il format che ci porta alla scoperta della molteplicità dei fili invisibili e dei segni che abitano il palcoscenico.
Per raccontare Arlecchino servitore di due padroni, Stefano de Luca ha suggerito, il budino, a richiamare la fame eterna di Arlecchino, la maschera, come simbolo della tipizzazione della Commedia dell’Arte ma anche, per riflesso, di una rigida divisione di classe, e la rinascita, quale tratto distintivo della pratica teatrale tutta, ma soprattutto di Arlecchino, “spettacolo-fenice” che, anche in questa stagione rinasce attraverso il contributo dei giovani attori, neodiplomati alla Scuola del Piccolo. Ad animare la conversazione, oltre a Stefano de Luca, Alberto Grandi, docente, tra gli altri insegnamenti, di Storia del cibo all’Università degli Studi di Parma, esperto di storia della cucina italiana e autore del podcast DOI – Denominazione di origine inventata e Ivan Bargna, professore di Antropologia estetica all’Università di Milano Bicocca, dove è anche presidente del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Antropologiche ed Etnologiche.
Modera Roberta Carpani, docente di Discipline dello Spettacolo presso l’Università Cattolica di Milano.
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria
Tre elementi rappresentativi di ogni spettacolo (una frase, un’immagine, un oggetto, un personaggio, etc.) vengono raccontati dai protagonisti della scena insieme a ospiti d’eccezione; sono queste le regole di ingaggio degli incontri di Per filo e per segno, il format che ci porta alla scoperta della molteplicità dei fili invisibili e dei segni che abitano il palcoscenico.
Per raccontare Arlecchino servitore di due padroni, Stefano de Luca ha suggerito, il budino, a richiamare la fame eterna di Arlecchino, la maschera, come simbolo della tipizzazione della Commedia dell’Arte ma anche, per riflesso, di una rigida divisione di classe, e la rinascita, quale tratto distintivo della pratica teatrale tutta, ma soprattutto di Arlecchino, “spettacolo-fenice” che, anche in questa stagione rinasce attraverso il contributo dei giovani attori, neodiplomati alla Scuola del Piccolo. Ad animare la conversazione, oltre a Stefano de Luca, Alberto Grandi, docente, tra gli altri insegnamenti, di Storia del cibo all’Università degli Studi di Parma, esperto di storia della cucina italiana e autore del podcast DOI – Denominazione di origine inventata e Ivan Bargna, professore di Antropologia estetica all’Università di Milano Bicocca, dove è anche presidente del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Antropologiche ed Etnologiche.
Modera Roberta Carpani, docente di Discipline dello Spettacolo presso l’Università Cattolica di Milano.
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria