In occasione della messa in scena di "Incendi" di Wajdi Mouawad, il Piccolo organizza un 'incontro dal titolo "L’infinito fratricidio" con Benedetta Tobagi, Annamaria Cascetta, Caterina Gozzi, Guido De Monticelli.
Chiostro Nina Vinchi
L’infinito fratricidio è il titolo dell'incontro organizzato in occasione della messa in scena di Incendi di Wajdi Mouawad, regia di Guido De Monticelli, in scena al Teatro Grassi dal 20 al 25 ottobre.
Intervengono Benedetta Tobagi, scrittirce, Annamaria Cascetta, docente di Storia del teatro e della performance moderni e contemporanei all'Università Cattolica di Milano, Caterina Gozzi, traduttrice del testo, e il regista Guido De Monticelli.
Una riflessione su questo testo e sulla sua messa in scena per coinvolgere soprattutto i giovani "che di questa vera e propria Odissea contemporanea hanno bisogno come del pane e della trasparenza della poesia, per capire se stessi, per aprirsi al futuro".
Noi siamo nati alla fine della guerra del Vietnam e ci siamo svegliati con la guerra del Libano - scrive Wajdi Mouawad - poi quella dell’Iran contro l’Irak. Ci ha lasciati di stucco la guerra delle Malvine, poi abbiamo sentito la necessità di prendere la parola con la guerra in ex Jugoslavia. Le ecatombe del Ruanda hanno seguito la guerra del Golfo e preceduto le devastazioni in Kossovo. Non abbiamo ancora capito niente dei massacri in Algeria e nessuno ci ha parlato di Tibet e molto poco della Somalia. Siamo diventati adulti con l’inizio dell’Intifada di settembre del 2000 e il nostro mondo quotidiano è andato in pezzi contro la scogliera dell’11 settembre 2001.
Questo è l’orizzonte temporale della generazione che aveva trent’anni nel 2000, la generazione di Wajdi Mouawad, drammaturgo e attore che ha riacceso la scena del teatro di una luce nuova e antichissima, la luce che del teatro è l’essenza. È la luce fatta sull’indicibile della storia, sul “cumulo mostruoso di dolore” che è sepolto in ciascuno di noi come i morti innumerevoli di cui è tomba il mare “nostro”. Perché quell’orizzonte temporale si prolunga identico a sud e a est di questo mare, come identica permane la nostra ordinaria rimozione, la nostra cecità, la nostra fuga dalla guerre “altrui”, anche quando sono vicinissime.
La “tetralogia della memoria” di Wajdi Mouawad, Il sangue delle promesse, di cui Incendi costituisce la seconda parte, traduce in atto, e insieme traspone in idea, quella ricerca della verità nella Storia che non può rivelarsi che attraverso le storie e la ricerca della propria origine, della propria identità, del senso stesso della propria vita. Allora può avvenire il miracolo dalla catarsi, miracolo poetico ed esistenziale insieme.
L’infinito fratricidio è il titolo dell'incontro organizzato in occasione della messa in scena di Incendi di Wajdi Mouawad, regia di Guido De Monticelli, in scena al Teatro Grassi dal 20 al 25 ottobre.
Intervengono Benedetta Tobagi, scrittirce, Annamaria Cascetta, docente di Storia del teatro e della performance moderni e contemporanei all'Università Cattolica di Milano, Caterina Gozzi, traduttrice del testo, e il regista Guido De Monticelli.
Una riflessione su questo testo e sulla sua messa in scena per coinvolgere soprattutto i giovani "che di questa vera e propria Odissea contemporanea hanno bisogno come del pane e della trasparenza della poesia, per capire se stessi, per aprirsi al futuro".
Noi siamo nati alla fine della guerra del Vietnam e ci siamo svegliati con la guerra del Libano - scrive Wajdi Mouawad - poi quella dell’Iran contro l’Irak. Ci ha lasciati di stucco la guerra delle Malvine, poi abbiamo sentito la necessità di prendere la parola con la guerra in ex Jugoslavia. Le ecatombe del Ruanda hanno seguito la guerra del Golfo e preceduto le devastazioni in Kossovo. Non abbiamo ancora capito niente dei massacri in Algeria e nessuno ci ha parlato di Tibet e molto poco della Somalia. Siamo diventati adulti con l’inizio dell’Intifada di settembre del 2000 e il nostro mondo quotidiano è andato in pezzi contro la scogliera dell’11 settembre 2001.
Questo è l’orizzonte temporale della generazione che aveva trent’anni nel 2000, la generazione di Wajdi Mouawad, drammaturgo e attore che ha riacceso la scena del teatro di una luce nuova e antichissima, la luce che del teatro è l’essenza. È la luce fatta sull’indicibile della storia, sul “cumulo mostruoso di dolore” che è sepolto in ciascuno di noi come i morti innumerevoli di cui è tomba il mare “nostro”. Perché quell’orizzonte temporale si prolunga identico a sud e a est di questo mare, come identica permane la nostra ordinaria rimozione, la nostra cecità, la nostra fuga dalla guerre “altrui”, anche quando sono vicinissime.
La “tetralogia della memoria” di Wajdi Mouawad, Il sangue delle promesse, di cui Incendi costituisce la seconda parte, traduce in atto, e insieme traspone in idea, quella ricerca della verità nella Storia che non può rivelarsi che attraverso le storie e la ricerca della propria origine, della propria identità, del senso stesso della propria vita. Allora può avvenire il miracolo dalla catarsi, miracolo poetico ed esistenziale insieme.
La Locandina
Chiostro Nina Vinchi
giovedì 22 ottobre 2015, ore 17
L'infinito fratricidio
incontro di presentazione dello spettacolo Incendi
Intervengono Benedetta Tobagi (Bristol University), scrittrice
Annamaria Cascetta (Università Cattolica), docente di Storia del teatro e della performance moderni e contemporanei
Caterina Gozzi, traduttrice di Incendi
Guido De Monticelli, regista