Brecht e Weill, sessant’anni dopo: L’opera da tre soldi messa in scena da un artista del nostro tempo, Damiano Michieletto, regista che sta lasciando nell’opera lirica e nel teatro un segno netto, rimescolando le carte della tradizione con risultati spesso rivelatori.
Nell'aprile 2016 Michieletto ha ricevuto l'Olivier Award per Cavalleria rusticana e Pagliacci in scena alla Royal Opera House.
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Teatro Strehler
Bertolt Brecht e Kurt Weill la crearono nel 1928 e in quello stesso anno la misero in scena a Berlino. Il primo ad allestirla in Italia, nel 1956, fu Giorgio Strehler, presente lo stesso Brecht che sarebbe morto sei mesi dopo. Parliamo de L’Opera da tre soldi, «rappresentata in tutto il mondo – spiega Damiano Michieletto -. Solo nella prossima stagione, oltre alla nostra, ne saranno prodotte edizioni a Vienna, in Germania, in Francia, a Salisburgo… Come dire, i termini di paragone con cui confrontarsi, per un regista, sono numerosissimi, ma soprattutto in continuo divenire, poiché inesauribili sono i tentativi di approccio a quest’unicum della storia del teatro occidentale».
La storia dei Peachum, di Jenny delle Spelonche, di Macheath detto Mackie Messer e di tutta la varia umanità protagonista dell’Opera da tre soldi è tratta dalla Beggar’s Opera, L’opera del mendicante che l’inglese John Gay scrisse nel 1728. Fu Elisabeth Hauptmann, storica collaboratrice di Brecht, a tradurla dall’inglese al tedesco e a suggerirne allo scrittore la riscrittura in chiave contemporanea.
«Senza la Hauptmann oggi non avremmo L’Opera da tre soldi – continua Michieletto – e mi pare opportuno ricordare anche il suo ruolo di eccellente dramaturg, troppo spesso offuscato dalla presenza di due colossi come Brecht e Weill».
Ma come sarà L’Opera da tre soldi di Damiano Michieletto? «Proprio perché il testo, in partenza, si presta ad essere letto da tanti punti di vista - penso a chi si è inserito nel solco tracciato dal marxista Brecht e a chi, all’opposto, ha scelto il puro entertainement del musical di Broadway - la mia idea è mettere l’Opera sotto processo, guardarla sotto una lente d’ingrandimento. Il fulcro è il processo a Mackie Messer, che diventa il filtro attraverso il quale leggere la storia e al tempo stesso comprenderla. È un tentativo di smontare il racconto e rimontarlo secondo una circostanza precisa, in grado di creare il necessario distacco analitico. Sarà un lavoro sui personaggi svolto su un costante dislivello recitativo, dove la canzone crea un’ulteriore e prepotente spaccatura con il tessuto e le circostanze della vicenda».
Durata: 3 ore compreso intervallo
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Programma di sala
LeggiBertolt Brecht e Kurt Weill la crearono nel 1928 e in quello stesso anno la misero in scena a Berlino. Il primo ad allestirla in Italia, nel 1956, fu Giorgio Strehler, presente lo stesso Brecht che sarebbe morto sei mesi dopo. Parliamo de L’Opera da tre soldi, «rappresentata in tutto il mondo – spiega Damiano Michieletto -. Solo nella prossima stagione, oltre alla nostra, ne saranno prodotte edizioni a Vienna, in Germania, in Francia, a Salisburgo… Come dire, i termini di paragone con cui confrontarsi, per un regista, sono numerosissimi, ma soprattutto in continuo divenire, poiché inesauribili sono i tentativi di approccio a quest’unicum della storia del teatro occidentale».
La storia dei Peachum, di Jenny delle Spelonche, di Macheath detto Mackie Messer e di tutta la varia umanità protagonista dell’Opera da tre soldi è tratta dalla Beggar’s Opera, L’opera del mendicante che l’inglese John Gay scrisse nel 1728. Fu Elisabeth Hauptmann, storica collaboratrice di Brecht, a tradurla dall’inglese al tedesco e a suggerirne allo scrittore la riscrittura in chiave contemporanea.
«Senza la Hauptmann oggi non avremmo L’Opera da tre soldi – continua Michieletto – e mi pare opportuno ricordare anche il suo ruolo di eccellente dramaturg, troppo spesso offuscato dalla presenza di due colossi come Brecht e Weill».
Ma come sarà L’Opera da tre soldi di Damiano Michieletto? «Proprio perché il testo, in partenza, si presta ad essere letto da tanti punti di vista - penso a chi si è inserito nel solco tracciato dal marxista Brecht e a chi, all’opposto, ha scelto il puro entertainement del musical di Broadway - la mia idea è mettere l’Opera sotto processo, guardarla sotto una lente d’ingrandimento. Il fulcro è il processo a Mackie Messer, che diventa il filtro attraverso il quale leggere la storia e al tempo stesso comprenderla. È un tentativo di smontare il racconto e rimontarlo secondo una circostanza precisa, in grado di creare il necessario distacco analitico. Sarà un lavoro sui personaggi svolto su un costante dislivello recitativo, dove la canzone crea un’ulteriore e prepotente spaccatura con il tessuto e le circostanze della vicenda».
Durata: 3 ore compreso intervallo
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Programma di sala
LeggiLa Locandina
Piccolo Teatro Strehler
dal 19 aprile al 11 giugno 2016
Salvo diversa indicazione, gli orari degli spettacoli al Piccolo sono: martedì, giovedì e sabato, 19.30; mercoledì e venerdì 20.30; domenica 16
giovedì 21 aprile ore 15 (riservata Touring Club)
domenica 1 e lunedì 2 maggio RIPOSO
giovedì 2 giugno RIPOSO
lunedì 6 giugno ore 20.30
L’opera da tre soldi
di Bertolt Brecht
regia Damiano Michieletto
musiche Kurt Weill
direttore d'orchestra Giuseppe Grazioli
traduzione Roberto Menin
traduzione delle canzoni Damiano Michieletto
DIE DREIGROSCHENOPER
Edizione del testo: Suhrkamp Verlag, Berlino
Edizione musicale: Universal Edition, Wien /rappresentante per l’Italia Casa Ricordi, Milano
scene Paolo Fantin, costumi Carla Teti
luci Alessandro Carletti, movimenti coreografici Chiara Vecchi
personaggi e interpreti
Un cantastorie | Giandomenico Cupaiuolo |
Mackie Messer | Marco Foschi |
Jonathan Jeremiah Peachum | Peppe Servillo |
Celia Peachum | Margherita Di Rauso |
Polly Peachum | Maria Roveran |
Jackie “Tiger” Brown | Sergio Leone |
Lucy | Stella Piccioni |
Jenny delle spelonche | Rossy De Palma |
Mathias | Pasquale Di Filippo |
Jakob | Claudio Sportelli |
Jimmy | Martin Chishimba |
Ede | Jacopo Crovella |
Robert | Daniele Molino |
Walter | Matthieu Pastore |
Reverendo Kimball | Luca Criscuoli |
Molly | Sara Zoia |
Vixen | Lucia Marinsalta |
Betty | Sandya Nagaraya |
Dolly | Giulia Vecchio |
Filch/Smith, carceriere | Lorenzo Demaria |
con l'Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
produzione Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
“L’opera da tre soldi” è inserito nel palinsesto tematico Ritorni al futuro che il Comune di Milano propone per la primavera culturale del 2016
PRODUZIONE - SERIE FESTIVAL
(prezzo "Festival", ma tagliando abbonamento valido per la categoria "Produzioni")
Platea:
Intero € 40,00
Ridotto card Gio/Anz € 23,00
Balconata:
Intero € 32,00
Ridotto card Gio/Anz € 20,00
L’acquisto dei biglietti e degli abbonamenti a prezzo ridotto riservati ai bambini fino ai 12 anni, ai giovani under 25 e agli anziani over 65 si può effettuare esclusivamente presso la biglietteria del Teatro Strehler (largo Greppi, M2 Lanza) oppure tramite biglietteria telefonica al n. 02.41.42.18.89.
On line si possono acquistare soltanto i biglietti a prezzo intero oppure accedere alle eventuali promozioni in corso.
Informazioni e prenotazioni
Servizio telefonico 02.42.41.18.89
da lunedì a sabato 9.45-18.45;
domenica 10-17.
Teatro Strehler
da lunedì sabato 9.45-18.45 continuato
domenica 13-18.30
Nelle serate di spettacolo la prevendita dei biglietti è sospesa a partire da un'ora prima della rappresentazione
Gruppi e pubblico organizzato
Per informazioni su biglietti e abbonamenti per i gruppi organizzati, per le scuole, spettacoli educational, rivolgersi al Settore Promozione Pubblico e Proposte Culturali.
tel. 02 72.333.216
e-mail: promozione.pubblico@piccoloteatromilano.it