Nel 1985, a Torino, si celebra un maxiprocesso alla mafia catanese. Tra gli imputati è Salvatore, un ragazzo che avrà l’ergastolo. Il giorno dopo la sentenza il giudice avvia con lui una corrispondenza che durerà ventisei anni. Mauro Avogadro porta in scena la drammaturgia di Paolo Giordano da Fine pena: ora, scritto dal giudice Elvio Fassone.
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Teatro Grassi
Nel 1985, a Torino, si celebra un maxiprocesso alla mafia catanese. I lavori durano quasi due anni. Tra gli imputati figura Salvatore, poco più che un ragazzo, ma già un criminale che ha lasciato dietro di sé una scia di morti ammazzati e di azioni criminose: sarà condannato all’ergastolo. Tra lui e il presidente della Corte di Assise si è stabilito un rapporto di reciproco rispetto, quasi di fiducia. Il giorno dopo la sentenza, d’impulso, il giudice gli scrive e gli invia in carcere un libro. Sarà l’inizio di una corrispondenza destinata a durare ventisei anni, durante i quali ciascuno vivrà la propria vita: il giudice, compiendo un percorso di carriera come magistrato e politico, fino alla pensione, sempre interrogandosi sul senso della pena carceraria; il recluso, tra gli alti e bassi del carcere, tra la speranza di una riabilitazione e i tormenti del 41 bis, tra un percorso di emancipazione culturale – grazie anche al giudice – e un tentativo di suicidio.
Mauro Avogadro porta in scena la drammaturgia che lo scrittore Paolo Giordano ha tratto da Fine pena: ora, scritto da Elvio Fassone, uno dei due protagonisti – era il giudice – di quella vicenda. « Il fascino di questo testo – spiega Avogadro – sta nella complicità che si crea tra due persone così diverse, culturalmente e geograficamente, un borghese che diventa “naturalmente” un giudice e un sottoproletario, in una zona geograficamente a rischio, che diventa altrettanto “naturalmente” un mafioso. Sono due persone straordinarie che riusciranno a diventare personaggi grazie al lavoro di due grandissimi attori. Accanto all’esplorazione di umanità tanto differenti sta l’interrogativo, pressante, sul senso della pena: il carcere potrà mai essere riabilitativo? Quali sono le dinamiche, all’interno di un carcere, che possono migliorare o peggiorare la condizione di una persona? È un respiro di umanità che trasuda dalle situazioni e dai personaggi: si percepisce che le parole scritte e pronunciate sono carne vera, carne viva, calata in una sospensione emotiva qual è quella che si crea, nel momento di un rapporto epistolare, tra l’invio di una lettera e l’attesa della risposta».
Durata: Un'ora e 45 minuti senza intervallo
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Programma di sala
LeggiNel 1985, a Torino, si celebra un maxiprocesso alla mafia catanese. I lavori durano quasi due anni. Tra gli imputati figura Salvatore, poco più che un ragazzo, ma già un criminale che ha lasciato dietro di sé una scia di morti ammazzati e di azioni criminose: sarà condannato all’ergastolo. Tra lui e il presidente della Corte di Assise si è stabilito un rapporto di reciproco rispetto, quasi di fiducia. Il giorno dopo la sentenza, d’impulso, il giudice gli scrive e gli invia in carcere un libro. Sarà l’inizio di una corrispondenza destinata a durare ventisei anni, durante i quali ciascuno vivrà la propria vita: il giudice, compiendo un percorso di carriera come magistrato e politico, fino alla pensione, sempre interrogandosi sul senso della pena carceraria; il recluso, tra gli alti e bassi del carcere, tra la speranza di una riabilitazione e i tormenti del 41 bis, tra un percorso di emancipazione culturale – grazie anche al giudice – e un tentativo di suicidio.
Mauro Avogadro porta in scena la drammaturgia che lo scrittore Paolo Giordano ha tratto da Fine pena: ora, scritto da Elvio Fassone, uno dei due protagonisti – era il giudice – di quella vicenda. « Il fascino di questo testo – spiega Avogadro – sta nella complicità che si crea tra due persone così diverse, culturalmente e geograficamente, un borghese che diventa “naturalmente” un giudice e un sottoproletario, in una zona geograficamente a rischio, che diventa altrettanto “naturalmente” un mafioso. Sono due persone straordinarie che riusciranno a diventare personaggi grazie al lavoro di due grandissimi attori. Accanto all’esplorazione di umanità tanto differenti sta l’interrogativo, pressante, sul senso della pena: il carcere potrà mai essere riabilitativo? Quali sono le dinamiche, all’interno di un carcere, che possono migliorare o peggiorare la condizione di una persona? È un respiro di umanità che trasuda dalle situazioni e dai personaggi: si percepisce che le parole scritte e pronunciate sono carne vera, carne viva, calata in una sospensione emotiva qual è quella che si crea, nel momento di un rapporto epistolare, tra l’invio di una lettera e l’attesa della risposta».
Durata: Un'ora e 45 minuti senza intervallo
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La Locandina
Piccolo Teatro Grassi
dal 21 novembre al 22 dicembre 2017
Fine pena: ora
di Paolo Giordano
liberamente tratto dal libro di Elvio Fassone
regia Mauro Avogadro
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
luci Claudio De Pace
musiche Gioacchino Balistreri
con Sergio Leone e Paolo Pierobon
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Questo spettacolo è parte del Premio Giornalistico Nazionale di Critica Teatrale, concorso riservato a redattori e redattrici culturali under 36 promosso dal Network Lettera 22. Per informazioni clicca qui.
PRODUZIONE - SERIE STAGIONE
SPETTACOLO IN ABBONAMENTO
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Platea:
Intero € 33,00 | Ridotto giovani e anziani € 21,00 | Bambini € 12
Balconata:
Intero € 26,00 | Ridotto giovani e anziani € 18,00 | Bambini € 12
L’acquisto dei biglietti e degli abbonamenti a prezzo ridotto riservati ai bambini fino ai 12 anni, ai giovani under 26 e agli anziani over 65 si può effettuare esclusivamente presso la biglietteria del Teatro Strehler (largo Greppi, M2 Lanza) oppure tramite biglietteria telefonica al n. 02.42.41.18.89.
On line si possono acquistare soltanto i biglietti a prezzo intero oppure accedere alle eventuali promozioni in corso.
Informazioni e prenotazioni
Servizio telefonico 02.42.41.18.89
da lunedì a sabato 9.45-18.45; domenica 10-17.
Teatro Strehler
da lunedì sabato 9.45-18.45 continuato; domenica 13-18.30
Nelle serate di spettacolo la prevendita dei biglietti è sospesa a partire da un'ora prima della rappresentazione
Gruppi e pubblico organizzato
Per informazioni su biglietti e abbonamenti per i gruppi organizzati, per le scuole, spettacoli educational, rivolgersi al Settore Promozione Pubblico e Proposte Culturali.
tel. 02 72.333.216
e-mail: promozione.pubblico@piccoloteatromilano.it