Alla sua uscita nel 1971, La classe operaia va in paradiso di Elio Petri innescò un duro dibattito nella sinistra, mettendone in discussione la capacità di rappresentare il proletariato. Costruito a partire dai materiali di sceneggiatura di Petri e Pirro lo spettacolo torna allo sguardo eterodosso e straniante del film di Petri per provare a riflettere sulla recente storia del nostro Paese.
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Teatro Grassi
Alla sua uscita nelle sale cinematografiche nel 1971, La classe operaia va in paradiso di Elio Petri riuscì nella difficile impresa di mettere d’accordo gli opposti. Industriali, sindacalisti, studenti, intellettuali e critici cinematografici impegnati fecero uno strano fronte comune per stroncare il film. Qualcuno giunse ad invocare il rogo della pellicola, a lungo mal vista in patria nonostante i numerosi premi vinti e, soprattutto, nonostante lo stato di grazia dei protagonisti, da Gian Maria Volonté a Mariangela Melato e Salvo Randone. L’opera innescò un duro dibattito all’interno della sinistra italiana, mettendone radicalmente in discussione, nel periodo turbolento dei primi anni di piombo, l’identità ideologica e l’effettiva capacità di rappresentanza del proletariato.
Lo spettacolo, costruito intorno ai materiali di sceneggiatura di Petri e Pirro e ai frammenti che testimoniano la storia del film, riassemblati in una nuova tessitura drammaturgica da Paolo Di Paolo e saldati con la regia di Claudio Longhi a un impianto musicale ricco e articolato eseguito dal vivo dallo stesso ensemble di attori coinvolti nella messinscena, torna ora sul palco a quasi cinquant’anni dal debutto sui grandi schermi. ERT sceglie di tornare allo sguardo eterodosso e a tratti straniante del film di Petri per provare a riflettere sulla recente storia politica e culturale del nostro Paese. Il registro stilistico deriva direttamente da quello dell’incandescente “capriccio” di Petri, in bilico fra un grottesco a tratti velenoso, a tratti drammatico e un fantasioso realismo.
Durata: due ore e 30 minuti più intervallo
Alla sua uscita nelle sale cinematografiche nel 1971, La classe operaia va in paradiso di Elio Petri riuscì nella difficile impresa di mettere d’accordo gli opposti. Industriali, sindacalisti, studenti, intellettuali e critici cinematografici impegnati fecero uno strano fronte comune per stroncare il film. Qualcuno giunse ad invocare il rogo della pellicola, a lungo mal vista in patria nonostante i numerosi premi vinti e, soprattutto, nonostante lo stato di grazia dei protagonisti, da Gian Maria Volonté a Mariangela Melato e Salvo Randone. L’opera innescò un duro dibattito all’interno della sinistra italiana, mettendone radicalmente in discussione, nel periodo turbolento dei primi anni di piombo, l’identità ideologica e l’effettiva capacità di rappresentanza del proletariato.
Lo spettacolo, costruito intorno ai materiali di sceneggiatura di Petri e Pirro e ai frammenti che testimoniano la storia del film, riassemblati in una nuova tessitura drammaturgica da Paolo Di Paolo e saldati con la regia di Claudio Longhi a un impianto musicale ricco e articolato eseguito dal vivo dallo stesso ensemble di attori coinvolti nella messinscena, torna ora sul palco a quasi cinquant’anni dal debutto sui grandi schermi. ERT sceglie di tornare allo sguardo eterodosso e a tratti straniante del film di Petri per provare a riflettere sulla recente storia politica e culturale del nostro Paese. Il registro stilistico deriva direttamente da quello dell’incandescente “capriccio” di Petri, in bilico fra un grottesco a tratti velenoso, a tratti drammatico e un fantasioso realismo.
Durata: due ore e 30 minuti più intervallo
La Locandina
Piccolo Teatro Grassi
dal 15 al 20 maggio 2018
La classe operaia va in paradiso
liberamente tratto dal film di Elio Petri (sceneggiatura Elio Petri e Ugo Pirro)
di Paolo Di Paolo
regia Claudio Longhi
scene Guia Buzzi, costumi Gianluca Sbicca
luci Vincenzo Bonaffini, video Riccardo Frati
musiche e arrangiamenti Filippo Zattini
con Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Lino Guanciale, Diana Manea, Eugenio Papalia, Franca Penone, Simone Tangolo, Filippo Zattini
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
si ringraziano per i materiali di studio e iconografici Fondazione Cineteca di Bologna, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Gramsci Emilia-Romagna
si ringrazia Aglaia Pappas per la presenza in audio
si ringrazia Paola Pegoraro Petri
si ringrazia il Gruppo Editoriale Minerva RaroVideo
OSPITALITÀ - SERIE STAGIONE
SPETTACOLO IN ABBONAMENTO
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Platea:
Intero € 33,00 | Ridotto giovani e anziani € 21,00 | Bambini € 12
Balconata:
Intero € 26,00 | Ridotto giovani e anziani € 18,00 | Bambini € 12
L’acquisto dei biglietti e degli abbonamenti a prezzo ridotto riservati ai bambini fino ai 12 anni, ai giovani under 26 e agli anziani over 65 si può effettuare esclusivamente presso la biglietteria del Teatro Strehler (largo Greppi, M2 Lanza) oppure tramite biglietteria telefonica al n. 02.42.41.18.89.
On line si possono acquistare soltanto i biglietti a prezzo intero oppure accedere alle eventuali promozioni in corso.
Informazioni e prenotazioni
Servizio telefonico 02.42.41.18.89
da lunedì a sabato 9.45-18.45; domenica 10-17.
Teatro Strehler
da lunedì sabato 9.45-18.45 continuato; domenica 13-18.30
Nelle serate di spettacolo la prevendita dei biglietti è sospesa a partire da un'ora prima della rappresentazione
Gruppi e pubblico organizzato
Per informazioni su biglietti e abbonamenti per i gruppi organizzati, per le scuole, spettacoli educational, rivolgersi al Settore Promozione Pubblico e Proposte Culturali.
tel. 02 72.333.216
e-mail: promozione.pubblico@piccoloteatromilano.it