Lo Stabat Mater è una preghiera del XIII Secolo. Tarantino ne prende a prestito la figura della Madre per trasferirla ad oggi: la sua Madre è una ragazza-madre prostituta. La Madre, sola in scena, si strugge d’attesa di notizie del figlio arrestato e della figura dissoluta di suo padre. Tarantino mischia l’italiano con sporcature dialettali/gergali, ne fa la lingua dei reietti, dei diseredati.
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Teatro Studio Melato
Lo Stabat Mater è una preghiera del XIII Secolo attribuita a Jacopone da Todi. Tarantino ne prende a prestito il nome, la figura della Madre e la tematica del dolore. L’autore si è proposto il compito di rendere attuale una figura epica come la Madre del Cristo, per trasferirla sulle rive della realtà e del tempo presente. La Madre di Tarantino è una ragazza-madre prostituta. Il padre di quel figlio che lei attende è sposato con un’altra. Il figlio che è stato generato, sul quale riponeva grandi speranze, viene arrestato in quanto terrorista. Entrano quindi in scena altri personaggi: la signora Trabucco, funzionaria dell’Assistenza sociale, Don Aldo, prete eppure uomo, soggetto ancora alle reazioni perdutamente umane (una dicotomia sacro-profano), il dottor Ponzio (Ponzio Pilato), che è il fautore dell’arresto del figlio e il Dottor Caraffa (Caifa), colui che imprigiona e condanna il figlio.Oratorio per voce sola, recita il sottotitolo del testo: è la Madre, sola in scena, che si strugge d’attesa, sia di avere notizie del figlio sia della figura dissoluta e traditrice del padre. Sul palco, Maria Paiato, già protagonista di alcuni storici allestimenti di Luca Ronconi al Piccolo Teatro, tra cui Celestina e Santa Giovanna dei Macelli. Lo Stabat Mater di Tarantino mischia l’italiano con sporcature dialettali/gergali, ne fa la lingua dei reietti, dei diseredati. Sul degrado, sulla miseria regna però, resiste e vince la figura della Madre. Per quanto possa essere sofferente e posta ai piedi di una Croce immersa nella periferia popolare, resta sopra qualunque perdita, anche quella della propria dignità. La scrittura d’autore di Antonio Tarantino è costruita intorno ad un linguaggio gergale e ricercato insieme. Le sue storie traggono ispirazione talvolta classiche e religiose, talvolta politiche, sempre fortemente etiche.
Durata: un'ora e 30 minuti senza intervallo
Lo Stabat Mater è una preghiera del XIII Secolo attribuita a Jacopone da Todi. Tarantino ne prende a prestito il nome, la figura della Madre e la tematica del dolore. L’autore si è proposto il compito di rendere attuale una figura epica come la Madre del Cristo, per trasferirla sulle rive della realtà e del tempo presente. La Madre di Tarantino è una ragazza-madre prostituta. Il padre di quel figlio che lei attende è sposato con un’altra. Il figlio che è stato generato, sul quale riponeva grandi speranze, viene arrestato in quanto terrorista. Entrano quindi in scena altri personaggi: la signora Trabucco, funzionaria dell’Assistenza sociale, Don Aldo, prete eppure uomo, soggetto ancora alle reazioni perdutamente umane (una dicotomia sacro-profano), il dottor Ponzio (Ponzio Pilato), che è il fautore dell’arresto del figlio e il Dottor Caraffa (Caifa), colui che imprigiona e condanna il figlio.Oratorio per voce sola, recita il sottotitolo del testo: è la Madre, sola in scena, che si strugge d’attesa, sia di avere notizie del figlio sia della figura dissoluta e traditrice del padre. Sul palco, Maria Paiato, già protagonista di alcuni storici allestimenti di Luca Ronconi al Piccolo Teatro, tra cui Celestina e Santa Giovanna dei Macelli. Lo Stabat Mater di Tarantino mischia l’italiano con sporcature dialettali/gergali, ne fa la lingua dei reietti, dei diseredati. Sul degrado, sulla miseria regna però, resiste e vince la figura della Madre. Per quanto possa essere sofferente e posta ai piedi di una Croce immersa nella periferia popolare, resta sopra qualunque perdita, anche quella della propria dignità. La scrittura d’autore di Antonio Tarantino è costruita intorno ad un linguaggio gergale e ricercato insieme. Le sue storie traggono ispirazione talvolta classiche e religiose, talvolta politiche, sempre fortemente etiche.
Durata: un'ora e 30 minuti senza intervallo
La Locandina
Piccolo Teatro Studio Melato
dal 13 al 18 febbraio 2018
Stabat Mater
di Antonio Tarantino
con Maria Paiato
regia Giuseppe Marini
scene Alessandro Chiti
costumi Helga Williams
musiche originali Paolo Coletta
disegno luci Javier Delle Monache
produzione Società per Attori
OSPITALITÀ - SERIE STAGIONE
SPETTACOLO IN ABBONAMENTO
Acquista online gli abbonamenti "Oro" cliccando qui
Platea:
Intero € 33,00 | Ridotto giovani e anziani € 21,00 | Bambini € 12
Balconata:
Intero € 26,00 | Ridotto giovani e anziani € 18,00 | Bambini € 12
L’acquisto dei biglietti e degli abbonamenti a prezzo ridotto riservati ai bambini fino ai 12 anni, ai giovani under 26 e agli anziani over 65 si può effettuare esclusivamente presso la biglietteria del Teatro Strehler (largo Greppi, M2 Lanza) oppure tramite biglietteria telefonica al n. 02.42.41.18.89.
On line si possono acquistare soltanto i biglietti a prezzo intero oppure accedere alle eventuali promozioni in corso.
Informazioni e prenotazioni
Servizio telefonico 02.42.41.18.89
da lunedì a sabato 9.45-18.45; domenica 10-17.
Teatro Strehler
da lunedì sabato 9.45-18.45 continuato; domenica 13-18.30
Nelle serate di spettacolo la prevendita dei biglietti è sospesa a partire da un'ora prima della rappresentazione
Gruppi e pubblico organizzato
Per informazioni su biglietti e abbonamenti per i gruppi organizzati, per le scuole, spettacoli educational, rivolgersi al Settore Promozione Pubblico e Proposte Culturali.
tel. 02 72.333.216
e-mail: promozione.pubblico@piccoloteatromilano.it