Nel percorso di riscoperta e adattamento in chiave contemporanea dei classici, la compagnia Anagoor porta in scena l’Orestea di Eschilo, che per gli artisti rappresenta il sistema di pensiero che si colloca alle origini stesse dell’arte teatrale e ne costituisce il fondamento metafisico.
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Teatro Strehler
Lo spettacolo-evento, che ha aperto la 46° edizione del Festival internazionale del Teatro alla Biennale di Venezia, consacrando la compagnia, Leone d’Argento 2018, è un punto d’approdo e insieme un punto di vista, uno sguardo fissato sulle «macerie dell’Occidente».
Dopo Virgilio brucia (2016), Anagoor propone ancora un lavoro sulla lingua che prova a misurare la distanza tra noi e i poeti antichi, riscoprendone l’elemento di purificazione dei sentimenti umani. Una festa teatrale che è miscela unica di sobrio lavoro sul testo, profonda fiducia nella parola, nella memoria, nella visione, nel corpo, nella collettività.
Anagoor esplora la più antica delle trilogie tragiche, l’unica ad esserci giunta completa: così la saga sanguinosa degli Atridi giunge agli spettatori del nuovo millennio. Quale ripercussione può avere nelle nostre vite un’opera antica come l’arte teatrale stessa? È un doppio interrogativo quello che Anagoor rivolge al teatro e più in generale all’arte. La risposta sta tutta nella messa in risalto degli elementi extra storici della tragedia: gli esseri umani più che gli eroi, e i loro sentimenti, la perdita di punti di riferimento metafisici che li tutelino di fronte al male. Così questa versione della tragedia è «un’opera sull’Orestea di Eschilo, prima che una riduzione o un trattamento della stessa»: una vicenda umana che attraversa l’antica Grecia per approdare alla contemporaneità. Il risultato è solenne: tre ore e mezzo, divise in due tempi, di parole, musica, danza, espressioni della performance come festa sacra.
A fronte di un Agamennone restituito nella sua quasi totale integralità, Coefore assume in Schiavi un andamento fortemente alterato, mentre Conversio è una dimensione finale e di commiato, che di Eumenidi accoglie le fondamenta, non la struttura né la parola. Ciò che sta realmente a cuore a questa “Orestea”, liberamente e al contempo strettamente legata a Eschilo: sono la giustizia, il trattamento formalmente adeguato dei conflitti, la salvezza dell’Occidente attraverso una lingua giusta. Nessun dibattimento processuale, no: la fiducia riposta nella parola e il tribunale della memoria sono il processo che può aiutare ad uscire dal cerchio della violenza. All’inizio, carte geografiche in fiamme d’Europa e della Grecia accompagnano il messaggio della distruzione di Troia: le carte ora bruciano al contrario, dalla cenere si forma un’immagine completa e ordinata. Questo miracolo della creazione sorta dal confronto con la distruzione lo compie anche Anagoor con il suo poema teatrale.
Perché vederlo?
– Per la particolare chiave espressiva della compagnia, capace di unire al rigore filologico un'inventiva drammaturgica unica nel panorama contemporaneo.
– Perché misurarsi con i classici è sempre proficuo, soprattutto in epoche di estrema confusione valoriale come la presente.
– Perché si tratta di una performance di teatro totale, in cui parola, gesto, suono e video, testi antichi e parole del Novecento trovano un'ideale sintesi.
Spettacolo in italiano con sovratitoli in inglese
Durata: quattro ore incluso un intervallo
Lo spettacolo-evento, che ha aperto la 46° edizione del Festival internazionale del Teatro alla Biennale di Venezia, consacrando la compagnia, Leone d’Argento 2018, è un punto d’approdo e insieme un punto di vista, uno sguardo fissato sulle «macerie dell’Occidente».
Dopo Virgilio brucia (2016), Anagoor propone ancora un lavoro sulla lingua che prova a misurare la distanza tra noi e i poeti antichi, riscoprendone l’elemento di purificazione dei sentimenti umani. Una festa teatrale che è miscela unica di sobrio lavoro sul testo, profonda fiducia nella parola, nella memoria, nella visione, nel corpo, nella collettività.
Anagoor esplora la più antica delle trilogie tragiche, l’unica ad esserci giunta completa: così la saga sanguinosa degli Atridi giunge agli spettatori del nuovo millennio. Quale ripercussione può avere nelle nostre vite un’opera antica come l’arte teatrale stessa? È un doppio interrogativo quello che Anagoor rivolge al teatro e più in generale all’arte. La risposta sta tutta nella messa in risalto degli elementi extra storici della tragedia: gli esseri umani più che gli eroi, e i loro sentimenti, la perdita di punti di riferimento metafisici che li tutelino di fronte al male. Così questa versione della tragedia è «un’opera sull’Orestea di Eschilo, prima che una riduzione o un trattamento della stessa»: una vicenda umana che attraversa l’antica Grecia per approdare alla contemporaneità. Il risultato è solenne: tre ore e mezzo, divise in due tempi, di parole, musica, danza, espressioni della performance come festa sacra.
A fronte di un Agamennone restituito nella sua quasi totale integralità, Coefore assume in Schiavi un andamento fortemente alterato, mentre Conversio è una dimensione finale e di commiato, che di Eumenidi accoglie le fondamenta, non la struttura né la parola. Ciò che sta realmente a cuore a questa “Orestea”, liberamente e al contempo strettamente legata a Eschilo: sono la giustizia, il trattamento formalmente adeguato dei conflitti, la salvezza dell’Occidente attraverso una lingua giusta. Nessun dibattimento processuale, no: la fiducia riposta nella parola e il tribunale della memoria sono il processo che può aiutare ad uscire dal cerchio della violenza. All’inizio, carte geografiche in fiamme d’Europa e della Grecia accompagnano il messaggio della distruzione di Troia: le carte ora bruciano al contrario, dalla cenere si forma un’immagine completa e ordinata. Questo miracolo della creazione sorta dal confronto con la distruzione lo compie anche Anagoor con il suo poema teatrale.
Perché vederlo?
– Per la particolare chiave espressiva della compagnia, capace di unire al rigore filologico un'inventiva drammaturgica unica nel panorama contemporaneo.
– Perché misurarsi con i classici è sempre proficuo, soprattutto in epoche di estrema confusione valoriale come la presente.
– Perché si tratta di una performance di teatro totale, in cui parola, gesto, suono e video, testi antichi e parole del Novecento trovano un'ideale sintesi.
Spettacolo in italiano con sovratitoli in inglese
Durata: quattro ore incluso un intervallo
Incontri e approfondimenti
La Locandina
Piccolo Teatro Strehler
dal 13 al 16 novembre 2019
Orestea
Agamennone, Schiavi, Conversio
sull’Orestea di Eschilo
drammaturgia e traduzione dal greco Simone Derai, Patrizia Vercesi
orizzonte di pensiero e parola S. Quinzio, E. Severino, S. Givone, W.G. Sebald, G. Leopardi, A. Ernaux, H. Broch, P. Virgilio Marone, H. Arendt, G. Mazzoni
con Marco Ciccullo, Sebastiano Filocamo, Leda Kreider, Marco Menegoni, Gayané Movsisyan, Giorgia Ohanesian Nardin, Eliza G. Oanca, Benedetto Patruno, Piero Ramella, Massimo Simonetto, Valerio Sirnå, Monica Tonietto, Annapaola Trevenzuoli
danza Giorgia Ohanesian Nardin
musica e sound design Mauro Martinuz
scene e costumi Simone Derai
video Simone Derai, Giulio Favotto
light design Fabio Sajiz
regia Simone Derai
produzione Anagoor 2018
con il sostegno di Fondation d’entreprise Hermès nell’ambito del programma New Settings
coproduzione Centrale Fies, Teatro Metastasio di Prato, TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro Stabile del Veneto
con la partecipazione alla coproduzione di Theater an der Ruhr supportato dal Ministero della Cultura e dello Sport della Renania Settentrionale – Vestfalia
con il sostegno di Compagnia di San Paolo
sponsor tecnici Lanificio Paoletti, Printmateria, 3DZ
Spettacolo in italiano con sovratitoli in inglese
OSPITALITÀ – SPETTACOLO IN ABBONAMENTO
Abbonati online cliccando qui
Platea:
Intero € 33 | Ridotto giovani e anziani (under 26 e over 65) € 21
Balconata:
Intero € 26 | Ridotto giovani e anziani (under 26 over 65) € 18
INFO, ACQUISTI E PRENOTAZIONI
piccoloteatro.org
È possibile acquistare on-line abbonamenti, biglietti interi e in promozione
Gli spettacoli in scena possono essere acquistati fino a un’ora prima dell’inizio della recita in programma.
Biglietteria Teatro Strehler
largo Greppi 1, M2 Lanza. Da lunedì a sabato 9.45-18.45; domenica 13-18
È possibile acquistare biglietti interi o ridotti (under-26 e over-65) e abbonamenti
Da un'ora prima dell’inizio della rappresentazione, la biglietteria è attiva esclusivamente per la recita in programma.
Biglietteria telefonica 02 42411889
da lunedì a sabato 9.45-18.45; domenica 10-17
È possibile acquistare biglietti interi o ridotti (under-26 e over-65) e abbonamenti.
Biglietteria automatica Chiostro Nina Vinchi
via Rovello 2, M1 Cordusio. Attiva negli orari di apertura del Chiostro
È possibile acquistare abbonamenti, biglietti a prezzo intero e in promozione
I biglietti per gli spettacoli in scena possono essere acquistati fino a un’ora prima dell’inizio della recita in programma.
Prenotazioni
Il servizio di prenotazione è disponibile solo per gli abbonati. La prenotazione è valida fino ad un mese prima della data scelta: per esempio, se si prenota uno spettacolo in scena il 15 marzo, occorre ritirare i posti entro il 15 febbraio. La prenotazione dovrà essere ritirata, entro la scadenza, alla biglietteria del Teatro Strehler o attraverso la biglietteria telefonica.
Le prenotazioni non confermate saranno annullate automaticamente.
Non è possibile effettuare prenotazioni con meno di un mese di anticipo dalla data scelta.
Si ricorda che i tagliandi stampati non possono essere sostituiti né rimborsati.
I titolari di abbonamenti Oro, invece, possono annullare, gratuitamente, i propri tagliandi già emessi entro e non oltre le ore 18 del giorno precedente la data riportata sul tagliando stesso.
Informazioni importanti sugli Abbonamenti
Per gli abbonati under 26 anni e over 65, l’emissione dell’abbonamento a prezzo ridotto è possibile solo previa presentazione di un documento di identità valido presso la biglietteria del Teatro Strehler.
I biglietti di abbonamento prevedono l'assegnazione del posto in base alla disponibilità della data e dello spettacolo scelto.
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