L’azione, a metà strada tra workshop e performance, si sviluppa attraverso parole e immagini per raccontare una nuova bio-diversità e i semi delle future arti culinarie della penisola.
Chiostro Nina Vinchi
Un percorso di etnobotanica attraverso inediti paesaggi agricoli italiani: dai pergolati cinesi di Toscana che si stagliano sui vigneti ad una piccola azienda agricola senegalese sulle sponde del Piave, passando per le piantagioni Bengalesi di Bagheria e i semi Wenzhounesi, che germogliano nella fertile terra della Pianura Padana. L’azione, a metà strada tra workshop e performance, si sviluppa attraverso parole e immagini per raccontare una nuova bio-diversità e i semi delle future arti culinarie della penisola.
Piante alloctone stanno infatti crescendo già da alcuni anni sul territorio italiano, sparse in piccoli orti o fattorie a conduzione familiare. La maggior parte di queste è stata introdotta informalmente in Italia dai migranti, a proprio uso e consumo.
D’altronde nessun seme appartiene a un luogo specifico, essendo per sua natura un vascello che trasporta informazioni attraverso nuove geografie, verso il futuro.
L'appuntamento, nell'ambito del ciclo di eventi Ogni volta unica la fine del mondo, rientra nella prospettiva Alleanze multispecie, che sperimenta forme collettive di messa in discussione del nostro posizionamento nel mondo chiedendosi se le intuizioni che prendono forma mentre agiamo in simbiosi con altre specie, possano conservare una qualità ibrida in grado di ricomporre la frattura tra Natura e Cultura che ha caratterizzato l’Antropocene.
Leone Contini ha studiato filosofia e antropologia culturale all'Università di Siena. La sua ricerca si colloca lungo il margine di contatto tra arte e lavoro etnografico. Le sue pratiche includono narrazioni testuali e audio-visuali, installazioni, lecture-performances, interventi laboratoriali e azioni collettive. Negli ultimi anni ha tenuto mostre o realizzato interventi presso: Kër Thiossane, Dakar; Maxxi, Roma; SAVVY, Berlino; Sophiensæle, Berlino; PAV, Torino; IAC, Lyon; Manifesta 12, Palermo; Fondazione Sandretto, Torino; Museo delle Civiltà, Roma; Mudec, Milano; Quadriennale, Roma; Fondazione Pistoletto, Biella; Mart, Rovereto; Biennale D-0 Ark Underground, Bosnia; Delfina Foundation, Londra; Kunstraum, Monaco; Khoj, Nuova Delhi; Galleria Civica, Trento; Kunstverein Amsterdam; Museo Pecci, Prato; Villa Romana, Firenze.
Nel 2020 è tra i vincitori di Cantica21.
Nel 2018-2019 è stato fellow presso Akademie Schloss Solitude, Stuttgart.
Nel 2017 è stato vincitore della seconda edizione dell’Italian Council, in quella occasione una sua opera è stata acquisita dal MUDEC.
Nel 2017 ha collaborato con “TRACES - Transmitting Contentious Cultural Heritages with the Arts”.
Durata: 60' senza intervallo
Un percorso di etnobotanica attraverso inediti paesaggi agricoli italiani: dai pergolati cinesi di Toscana che si stagliano sui vigneti ad una piccola azienda agricola senegalese sulle sponde del Piave, passando per le piantagioni Bengalesi di Bagheria e i semi Wenzhounesi, che germogliano nella fertile terra della Pianura Padana. L’azione, a metà strada tra workshop e performance, si sviluppa attraverso parole e immagini per raccontare una nuova bio-diversità e i semi delle future arti culinarie della penisola.
Piante alloctone stanno infatti crescendo già da alcuni anni sul territorio italiano, sparse in piccoli orti o fattorie a conduzione familiare. La maggior parte di queste è stata introdotta informalmente in Italia dai migranti, a proprio uso e consumo.
D’altronde nessun seme appartiene a un luogo specifico, essendo per sua natura un vascello che trasporta informazioni attraverso nuove geografie, verso il futuro.
L'appuntamento, nell'ambito del ciclo di eventi Ogni volta unica la fine del mondo, rientra nella prospettiva Alleanze multispecie, che sperimenta forme collettive di messa in discussione del nostro posizionamento nel mondo chiedendosi se le intuizioni che prendono forma mentre agiamo in simbiosi con altre specie, possano conservare una qualità ibrida in grado di ricomporre la frattura tra Natura e Cultura che ha caratterizzato l’Antropocene.
Leone Contini ha studiato filosofia e antropologia culturale all'Università di Siena. La sua ricerca si colloca lungo il margine di contatto tra arte e lavoro etnografico. Le sue pratiche includono narrazioni testuali e audio-visuali, installazioni, lecture-performances, interventi laboratoriali e azioni collettive. Negli ultimi anni ha tenuto mostre o realizzato interventi presso: Kër Thiossane, Dakar; Maxxi, Roma; SAVVY, Berlino; Sophiensæle, Berlino; PAV, Torino; IAC, Lyon; Manifesta 12, Palermo; Fondazione Sandretto, Torino; Museo delle Civiltà, Roma; Mudec, Milano; Quadriennale, Roma; Fondazione Pistoletto, Biella; Mart, Rovereto; Biennale D-0 Ark Underground, Bosnia; Delfina Foundation, Londra; Kunstraum, Monaco; Khoj, Nuova Delhi; Galleria Civica, Trento; Kunstverein Amsterdam; Museo Pecci, Prato; Villa Romana, Firenze.
Nel 2020 è tra i vincitori di Cantica21.
Nel 2018-2019 è stato fellow presso Akademie Schloss Solitude, Stuttgart.
Nel 2017 è stato vincitore della seconda edizione dell’Italian Council, in quella occasione una sua opera è stata acquisita dal MUDEC.
Nel 2017 ha collaborato con “TRACES - Transmitting Contentious Cultural Heritages with the Arts”.
Durata: 60' senza intervallo
La Locandina
3° Mondeggiamento: paesaggi inattesi
lezione di etnobotanica
di e con Leone Contini
Biglietti
Posto unico € 5
Clicca qui per sapere come e dove acquistare
Misure di sicurezza per accedere agli spettacoli
- Per evitare code e assembramenti si invita il pubblico a presentarti presso il luogo di spettacolo con anticipo rispetto all’orario di inizio.
- Per accedere è obbligatorio indossare la mascherina (o altro sistema di protezione approvato dalla Regione Lombardia ed è vietato l’utilizzo di mascherine di comunità). La mascherina dovrà essere mantenuta per tutta la durata dello spettacolo. Saranno rese disponibili mascherine chirurgiche “di cortesia” nel caso in cui gli spettatori ne fossero sprovvisti. Sanificare le mani utilizzando gli appositi dispenser.
- Il personale all'ingresso è provvisto di appositi termoscanner per la misurazione della temperatura. Gli spettatori con temperatura uguale o superiore a 37,5° non potranno accedere al luogo di spettacolo.
- I posti assegnati garantiscono il rispetto delle norme sul distanziamento interpersonale.
- Il pubblico è invitato a seguire le indicazioni del personale di sala e gli avvisi sonori e visivi presenti all’interno dei luoghi di rappresentazione.
Gruppi e pubblico organizzato
Per informazioni sui biglietti per il pubblico organizzato:
tel. 02 72 333 216
mail promozione.pubblico@piccoloteatromilano.it