In uno spettacolo di teatro transdisciplinare, ispirato al pensiero di Giordano Bruno, l’infinita grandezza dell’universo è messa a confronto con il confine più ristretto della dimensione umana. Che senso hanno le nostre vite, di fronte all’immensità? Un astrofisico, un pastore e l’assistente di un politico provano a fornire una risposta.
-
Teatro Studio Melato
Uno scienziato racconta al pubblico che cosa siano la materia oscura e l’energia oscura; contemplando il cielo di notte, un pastore di leopardiana memoria si smarrisce di fronte al pensiero dell’infinito; una giovane donna, assistente di una potente figura politica femminile, immagina un discorso che vorrebbe rivolgerle, deplorando la mancanza di una visione più elevata in chi ci governa. Ispirandosi a Giordano Bruno, Filippo Ferraresi porta in teatro la grandezza e il mistero di domande universali, alle quali è impossibile trovare risposta, contrapponendole alla dimensione, intima e privata, dell’essere umano. In uno spettacolo di teatro transdisciplinare, che intreccia recitazione e tecnologia, acrobatica ed effetti, Ferraresi racconta lo smarrimento e lo stupore dell’uomo di fronte alle leggi della fisica e alle sue “macchine meravigliose”. Come la scienza accentua il nostro sgomento, di fronte a concetti che la mente non riesce ad abbracciare, la poesia tenta di governare quello stesso abisso attraverso la forza delle parole, mentre alla politica spetterebbe il compito di pensare al bene dell’individuo, di coglierlo nella sua complessità, senza appiattirsi, come quotidianamente fa, sulle mere leggi dell’economia e della finanza.
«Di Giordano Bruno – spiega Ferraresi – mi affascina la scintilla intellettuale, la capacità di anticipare intuitivamente tanto la relatività quanto le più recenti teorie delle stringhe e del multiverso, di riappropriarsi, grazie alla conoscenza, niente meno che del tutto. È una profondità di analisi che nella contemporaneità si è perduta, mentre ci sarebbe bisogno di recuperare quella radicalità di pensiero critico, non a caso violentemente respinta dal potere di quell’epoca, per rifondare una società che corre il rischio di non sopravvivere».
Durata: 75' senza intervallo
Per saperne di più
Programma di sala
LeggiUno scienziato racconta al pubblico che cosa siano la materia oscura e l’energia oscura; contemplando il cielo di notte, un pastore di leopardiana memoria si smarrisce di fronte al pensiero dell’infinito; una giovane donna, assistente di una potente figura politica femminile, immagina un discorso che vorrebbe rivolgerle, deplorando la mancanza di una visione più elevata in chi ci governa. Ispirandosi a Giordano Bruno, Filippo Ferraresi porta in teatro la grandezza e il mistero di domande universali, alle quali è impossibile trovare risposta, contrapponendole alla dimensione, intima e privata, dell’essere umano. In uno spettacolo di teatro transdisciplinare, che intreccia recitazione e tecnologia, acrobatica ed effetti, Ferraresi racconta lo smarrimento e lo stupore dell’uomo di fronte alle leggi della fisica e alle sue “macchine meravigliose”. Come la scienza accentua il nostro sgomento, di fronte a concetti che la mente non riesce ad abbracciare, la poesia tenta di governare quello stesso abisso attraverso la forza delle parole, mentre alla politica spetterebbe il compito di pensare al bene dell’individuo, di coglierlo nella sua complessità, senza appiattirsi, come quotidianamente fa, sulle mere leggi dell’economia e della finanza.
«Di Giordano Bruno – spiega Ferraresi – mi affascina la scintilla intellettuale, la capacità di anticipare intuitivamente tanto la relatività quanto le più recenti teorie delle stringhe e del multiverso, di riappropriarsi, grazie alla conoscenza, niente meno che del tutto. È una profondità di analisi che nella contemporaneità si è perduta, mentre ci sarebbe bisogno di recuperare quella radicalità di pensiero critico, non a caso violentemente respinta dal potere di quell’epoca, per rifondare una società che corre il rischio di non sopravvivere».
Durata: 75' senza intervallo
Per saperne di più
Programma di sala
LeggiIncontri e approfondimenti
La Locandina
De infinito universo
testo, ideazione visiva e regia Filippo Ferraresi
scene Guido Buganza
costumi Giada Masi
luci Claudio De Pace
musiche Lucio Leonardi (PLUHM)
con Gabriele Portoghese, Elena Rivoltini, Jérémy Juan Willi
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
coproduzione Théâtre National Wallonie – Bruxelles
Biglietti
Categoria spettacolo Produzione
Platea Intero € 40 | Ridotto (under 26 e over 65) € 23
Balconata Intero € 32 | Ridotto (Under 26 e over 65) € 20
Abbonamenti
Lo spettacolo è in abbonamento
Per acquistare online un abbonamento clicca qui
Come e dove acquistare
Per informazioni clicca qui
COVID-19
Leggi le linee guida per l'accesso alle attività
Gruppi e pubblico organizzato
Per informazioni sui biglietti per il pubblico organizzato:
tel. 02 72 333 216
mail promozione.pubblico@piccoloteatromilano.it