Eleusi si articola come performance frontale al Grassi, in cui si esplorano i temi della morte e della violenza, mentre allo Studio Melato si offre come esperienza immersiva, grazie a un’ampia corale che accoglie il pubblico in un ideale abbraccio.
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Eleusi – il titolo richiama i misteri celebrati nell’antica Grecia – è un dittico corale che affronta il tema del sacro. Nasce da una riflessione su due luoghi del Piccolo. Il primo è la sede di via Rovello, dentro la quale, tra il ’43 e il ’45, i fascisti torturarono e uccisero civili e partigiani; Paolo Grassi e Giorgio Strehler, nel 1947, vollero farne un luogo dove l’umano tornasse a vivere.
Il secondo è il Teatro Fossati. Risalente alla metà dell’Ottocento, ospitò spettacoli dialettali, riviste e operette, fu trasformato in cinema e restò a lungo chiuso; fu riaperto da Strehler nel 1986, come luogo di sperimentazione, con il nome di Teatro Studio.
«La trasformazione di entrambi gli spazi in Teatro – spiega Enia – fu una precisa opera di risignificazione dell’esistente: stare in un luogo modificandone la destinazione d’uso e la relazione con il tessuto urbano e sociale, ridando valore vivente al verbo abitare. Questi due luoghi, così fortemente simbolici, in Eleusi risultano connessi tra di loro e dialogano: quanto accade in uno si confronta e si completa con ciò che avviene nell’altro. Il pubblico è invitato a muoversi tra i due teatri, senza che ci sia un ordine stabilito, lasciando al caso, al desiderio, all’intuito, la scelta di dove recarsi prima».
Al Grassi, in una performance frontale, si esplorano i temi della morte e della violenza, partendo dall’assunto che l’edificio porta con sé un vissuto violento; allo Studio gli spettatori vivono un’esperienza immersiva, accolti in sala da un’ampia corale che ininterrottamente canterà nell’arco di ventiquattr’ore. «Eleusi – continua Enia – si configura anche come una riflessione sul dispositivo teatrale, sulla necessità dell’osmosi tra tutte le sue parti, sui linguaggi possibili, sulla scrittura, sulla lettura, sulla urgenza del desiderio, sui ruoli e sul loro ribaltamento. Dura ventiquattr’ore di fila, dal tramonto al tramonto, poi scompare».
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Programma di sala
LeggiEleusi – il titolo richiama i misteri celebrati nell’antica Grecia – è un dittico corale che affronta il tema del sacro. Nasce da una riflessione su due luoghi del Piccolo. Il primo è la sede di via Rovello, dentro la quale, tra il ’43 e il ’45, i fascisti torturarono e uccisero civili e partigiani; Paolo Grassi e Giorgio Strehler, nel 1947, vollero farne un luogo dove l’umano tornasse a vivere.
Il secondo è il Teatro Fossati. Risalente alla metà dell’Ottocento, ospitò spettacoli dialettali, riviste e operette, fu trasformato in cinema e restò a lungo chiuso; fu riaperto da Strehler nel 1986, come luogo di sperimentazione, con il nome di Teatro Studio.
«La trasformazione di entrambi gli spazi in Teatro – spiega Enia – fu una precisa opera di risignificazione dell’esistente: stare in un luogo modificandone la destinazione d’uso e la relazione con il tessuto urbano e sociale, ridando valore vivente al verbo abitare. Questi due luoghi, così fortemente simbolici, in Eleusi risultano connessi tra di loro e dialogano: quanto accade in uno si confronta e si completa con ciò che avviene nell’altro. Il pubblico è invitato a muoversi tra i due teatri, senza che ci sia un ordine stabilito, lasciando al caso, al desiderio, all’intuito, la scelta di dove recarsi prima».
Al Grassi, in una performance frontale, si esplorano i temi della morte e della violenza, partendo dall’assunto che l’edificio porta con sé un vissuto violento; allo Studio gli spettatori vivono un’esperienza immersiva, accolti in sala da un’ampia corale che ininterrottamente canterà nell’arco di ventiquattr’ore. «Eleusi – continua Enia – si configura anche come una riflessione sul dispositivo teatrale, sulla necessità dell’osmosi tra tutte le sue parti, sui linguaggi possibili, sulla scrittura, sulla lettura, sulla urgenza del desiderio, sui ruoli e sul loro ribaltamento. Dura ventiquattr’ore di fila, dal tramonto al tramonto, poi scompare».
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PRIMA NAZIONALE
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Teatro Grassi
la performance richiama degli atti di violenza che si sono compiuti in passato in questo luogo e prevede delle sequenze di nudo integrale
dalle 16 alle 21.20 dell’11 giugno
dalle 3 alle 9.20 dell’11 giugno
Giovanni Consoli
Roberta Indolfi
Carola Invernizzi
Sebastian Luque Herrera
Emma Rebughini
Riccardo Rizzo
Giacomo Toccaceli
Teatro Studio Melato
Gruppo Corale Licabella
Coro Enjoy
ore 22.40
Coro Polifonico Libercanto e Coro Polifonico dell'Acqua Potabile
ore 23.20
Coro della Chiesa Ortodossa di Milano
Complesso Vocale Syntagma
ore 01.00
Coro femminile Hildegard von Bingen
Coro Città di Lissone
Coro San Biagio
ore 3.40
Via del Canto
ore 4.20
Coro San Biagio
ore 4.40
In Laetitia Chorus
ore 5
Via del Canto
ore 5.30
ore 7
Coro Città di Desio
ore 7.50
Chanson d'Aube
Ensemble corale Echo
The Singers' Choir
Coro da Camera Hebel
Coro Col Hakolot
ore 11.20
Le voci di Zefiro
Coro monte Alben Città di Lodi
ore 13
Coro Civico Città di Magenta
ore 13.40
Corale Bilacus
ore 14.20
Coro Voces Amoenae
ore 15.10
Discanto Vocal Ensemble
ore 16
ore 17
Gruppo Vocale Anonimo Quarto
Coro il Rifugio - Città di Seregno
Virgo Vox
Gli Harmonici
Biglietti
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Orari
Dalle 21 di sabato 10 giugno fino alle 21 di domenica 11 giugno
Al Teatro Grassi le performance cominciano a ogni inizio di ora e durano venti minuti ognuna; al Teatro Studio Melato si può accedere in qualsiasi momento
Abbonamenti
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tel. 02 72 333 216
mail promozione.pubblico@piccoloteatromilano.it