Premio Le Maschere del Teatro italiano 2022 come Miglior Spettacolo, con la regia di Massimo Popolizio, e come Miglior Disegno Luci con Luigi Biondi, M Il figlio del secolo è un tuffo a capofitto nella storia, che porta in teatro i sei anni che sconvolsero l’Italia. A partire dal romanzo di Scurati, Popolizio costruisce uno spettacolo epico ed emozionante, un thriller di cui conosciamo la fine: diciotto attori e ottanta personaggi, per raccontare l’ascesa di Mussolini.
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Teatro Strehler
«È una staffetta tra diciotto attori – spiega Massimo Popolizio – che, lontano da ogni retorica, porta all’attenzione del pubblico il ritmo incalzante di una scalata al potere, avvenuta in un momento di profonda debolezza di istituzioni e partiti». Così Massimo Popolizio illustra la drammaturgia in trentun quadri che ha tratto da M Il figlio del secolo di Antonio Scurati: con un montaggio incalzante, un andamento epico e una forte presa emotiva, lo spettacolo attraversa i sei anni (1919-1925) che seguono la Grande guerra, con l’impresa di Fiume, il basculare del paese verso la rivoluzione socialista, la reazione e il dilagare dello squadrismo, la rocambolesca Marcia su Roma (di cui nell’ottobre del ’22 ricorre il centenario) e l’inesorabile efficacia di una dottrina politica che si sottrae alle categorie di giudizio con l’azione violenta.
Protagonisti ne sono il fondatore del fascismo almeno quanto i suoi comprimari, che sentiamo esprimersi in terza e prima persona, Marinetti, D’Annunzio, Margherita Sarfatti, gli antagonisti Nicola Bombacci, Pietro Nenni e Giacomo Matteotti (colto anche nella commovente relazione epistolare con la moglie Velia), Italo Balbo, gli smobilitati della Grande guerra e tutta una nuvola di individui venuti dal basso. Ma al centro della scena è tutta la comunità nazionale, quel “paese opaco” che consentì l’instaurarsi della dittatura.
Durata: 180’ incluso intervallo
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Programma di sala
Leggi«È una staffetta tra diciotto attori – spiega Massimo Popolizio – che, lontano da ogni retorica, porta all’attenzione del pubblico il ritmo incalzante di una scalata al potere, avvenuta in un momento di profonda debolezza di istituzioni e partiti». Così Massimo Popolizio illustra la drammaturgia in trentun quadri che ha tratto da M Il figlio del secolo di Antonio Scurati: con un montaggio incalzante, un andamento epico e una forte presa emotiva, lo spettacolo attraversa i sei anni (1919-1925) che seguono la Grande guerra, con l’impresa di Fiume, il basculare del paese verso la rivoluzione socialista, la reazione e il dilagare dello squadrismo, la rocambolesca Marcia su Roma (di cui nell’ottobre del ’22 ricorre il centenario) e l’inesorabile efficacia di una dottrina politica che si sottrae alle categorie di giudizio con l’azione violenta.
Protagonisti ne sono il fondatore del fascismo almeno quanto i suoi comprimari, che sentiamo esprimersi in terza e prima persona, Marinetti, D’Annunzio, Margherita Sarfatti, gli antagonisti Nicola Bombacci, Pietro Nenni e Giacomo Matteotti (colto anche nella commovente relazione epistolare con la moglie Velia), Italo Balbo, gli smobilitati della Grande guerra e tutta una nuvola di individui venuti dal basso. Ma al centro della scena è tutta la comunità nazionale, quel “paese opaco” che consentì l’instaurarsi della dittatura.
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LeggiIncontri e approfondimenti
La Locandina
uno spettacolo di Massimo Popolizio
movimenti Antonio Bertusi
assistenti alla regia Mario Scandale, Giulia Sangiorgio
Biglietti
Categoria spettacolo Produzioni
Platea Intero € 40 | Ridotto (under 26 e over 65) € 23
Balconata Intero € 32 | Ridotto (under 26 e over 65) € 20
Abbonamenti
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