Arlecchino torna simbolicamente in scena nel giorno in cui debuttava, nel 1947, a chiusura della prima stagione di Via Rovello. Ispirandosi a Strehler e alla sua “Edizione del Buongiorno”, Stefano de Luca ripensa lo spettacolo, con Enrico Bonavera nel ruolo del “batocio” e un cast di giovani attori diplomati alla Scuola del Piccolo.
Teatro Grassi
«Arlecchino è sempre rinato dalle sue ceneri, mai identico, sempre in movimento». Così Giorgio Strehler, nel 1990, salutava l’Arlecchino “del Buongiorno”, con Soleri e i giovani della Scuola del Piccolo. «Arlecchino 2024: meraviglioso anacronismo o spettacolo acronico? – dice Stefano de Luca, curatore della messa in scena – Mi approccio con enorme curiosità alla nuova edizione che porta con sé un carico di inesplorate sfide e inedite opportunità di riflessione. Come accoglieranno questi giovani, attrici e attori, il lavoro su Arlecchino? Stiamo per imbarcarci su una macchina del tempo, simile a quella di Wells, che ci porterà a visitare un mondo teatrale “antico”. Parto con la forte convinzione che si possa tornare dal viaggio più ricchi di esperienza per le sfide del presente. Forse perché ho grande fiducia in questo gioco semplice, antico come l’uomo, territorio in cui infanzia e rito ancestrale si incontrano nella gioia del mascheramento. Arlecchino, spettacolo analogico in un mondo sempre più virtuale. Niente schermi, proiezioni, effetti luminosi e sonori. I musicisti a soffiare negli strumenti, l’odore delle candele, il portamento delle ragazze strette nei corsetti, maschere e trucco a cancellare le fattezze di visi costantemente esibiti via selfie. Arlecchino, spettacolo corale, in tempi di sfrenato individualismo: la regia di Strehler, dalle regole ferree, è un concertato di ritmi e toni, una partitura di gesti e movimenti, in cui la libertà va conquistata, la personalità del singolo posta al servizio di un’armonia d’insieme. Arlecchino, spettacolo in cui la lingua è un continuo intrecciarsi dei dialetti italiani, segno inequivocabile di diversità, in tempi di globalizzazione del linguaggio. Ibridazione e contaminazione, in cui identità e caratteri locali parlano al mondo intero, grazie alla loro unicità. Oggetti di scena semplici, siparietti, candelabri, ventagli, il budino, inchini e capriole. Non molto diverso da come poteva essere ai tempi di Goldoni, simile a come è stato dal 1947 a oggi. Eppure, immagino questo Arlecchino del 2024 come assolutamente nuovo, carico di ricordi e allo stesso tempo di quel gioioso e necessario oblio che solo la gioventù può regalare. Uno spettacolo del presente che danza leggero, in equilibrio sul filo del tempo, sospeso tra passato e futuro».
Durata: 180’ con due intervalli
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Programma di sala
Leggi«Arlecchino è sempre rinato dalle sue ceneri, mai identico, sempre in movimento». Così Giorgio Strehler, nel 1990, salutava l’Arlecchino “del Buongiorno”, con Soleri e i giovani della Scuola del Piccolo. «Arlecchino 2024: meraviglioso anacronismo o spettacolo acronico? – dice Stefano de Luca, curatore della messa in scena – Mi approccio con enorme curiosità alla nuova edizione che porta con sé un carico di inesplorate sfide e inedite opportunità di riflessione. Come accoglieranno questi giovani, attrici e attori, il lavoro su Arlecchino? Stiamo per imbarcarci su una macchina del tempo, simile a quella di Wells, che ci porterà a visitare un mondo teatrale “antico”. Parto con la forte convinzione che si possa tornare dal viaggio più ricchi di esperienza per le sfide del presente. Forse perché ho grande fiducia in questo gioco semplice, antico come l’uomo, territorio in cui infanzia e rito ancestrale si incontrano nella gioia del mascheramento. Arlecchino, spettacolo analogico in un mondo sempre più virtuale. Niente schermi, proiezioni, effetti luminosi e sonori. I musicisti a soffiare negli strumenti, l’odore delle candele, il portamento delle ragazze strette nei corsetti, maschere e trucco a cancellare le fattezze di visi costantemente esibiti via selfie. Arlecchino, spettacolo corale, in tempi di sfrenato individualismo: la regia di Strehler, dalle regole ferree, è un concertato di ritmi e toni, una partitura di gesti e movimenti, in cui la libertà va conquistata, la personalità del singolo posta al servizio di un’armonia d’insieme. Arlecchino, spettacolo in cui la lingua è un continuo intrecciarsi dei dialetti italiani, segno inequivocabile di diversità, in tempi di globalizzazione del linguaggio. Ibridazione e contaminazione, in cui identità e caratteri locali parlano al mondo intero, grazie alla loro unicità. Oggetti di scena semplici, siparietti, candelabri, ventagli, il budino, inchini e capriole. Non molto diverso da come poteva essere ai tempi di Goldoni, simile a come è stato dal 1947 a oggi. Eppure, immagino questo Arlecchino del 2024 come assolutamente nuovo, carico di ricordi e allo stesso tempo di quel gioioso e necessario oblio che solo la gioventù può regalare. Uno spettacolo del presente che danza leggero, in equilibrio sul filo del tempo, sospeso tra passato e futuro».
Durata: 180’ con due intervalli
Per saperne di più
Programma di sala
LeggiLa Locandina
Arlecchino servitore di due padroni
PRIMA ASSOLUTA
di Carlo Goldoni
regia Giorgio Strehler
ripresa da Stefano de Luca
scene Ezio Frigerio
costumi Franca Squarciapino
musiche Fiorenzo Carpi
luci Claudio De Pace
movimenti mimici Marise Flach
assistente alla regia Andrea Coppone
assistente ai costumi Chiara Donato
maestro preparatore Maurizio Zippoli
assistente volontario alla regia Marco De Pace
con Enrico Bonavera
e con gli allievi diplomati della Scuola di Teatro “Luca Ronconi” del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa (in ordine alfabetico) Andrea Bezziccheri, Agnese Sofia Bonato, Simone Pietro Causa, Bianca Castanini, Giada Francesca Ciabini, Miruna Cuc, Silvia Di Cesare, Daniele Di Pietro, Marco Divsic, Pasquale Montemurro, Sofia Amber Redway, Edoardo Sabato, Simone Severini, Lorenzo Vio
e con i musicisti Francesco Mazzoleni, Alessio Dal Piva, Matteo Fagiani, Matteo Polce, Alessia Scilipoti
si ringraziano per la collaborazione Museo Internazionale della Maschera Amleto e Donato Sartori, Abano Terme (PD) e Peroni, Gallarate (VA)
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Biglietti
Categoria spettacolo Produzione
Platea Intero € 40 | Ridotto (under 26 e over 65) € 23
Balconata Intero € 32 | Ridotto (under 26 e over 65) € 20
Abbonamenti
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Gruppi e pubblico organizzato
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