«Un diagramma, dove ogni personaggio ama ed è amato, fugge ed è fuggito, e il desiderio si manifesta sempre come un dolore del possesso mancato, una passione dell’assenza, una forza negativa e crudele»: Federico Tiezzi porta in scena quella che lo stesso Racine definì «la migliore delle mie tragedie».
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Teatro Strehler
Nel palazzo reale di Trezene, Fedra si dibatte nella morsa di una passione tanto irrefrenabile quanto impossibile: ama il figliastro Ippolito, nato dal primo matrimonio del marito Teseo. Non ricambiata nel suo sentimento, si vendica accusando il giovane di un tentativo di stupro. Il ritorno di Teseo darà inizio a un’inesorabile rovina, che farà precipitare gli eventi verso la tragedia.
Dopo aver affrontato le eroine del teatro greco – Antigone, Ifigenia, Medea – Federico Tiezzi torna al mito antico, raccontato questa volta dal prezioso verso alessandrino di Jean Racine: «È come se, in Fedra, Racine volesse evocare ciò che resta dell’età classica, ricostruendola attraverso reliquie, lampi, frammenti, ma allo stesso tempo ne constatasse l’impossibilità, ne celebrasse la fine. Il risultato è una sorta di requiem allucinato e interiore, mentale e straniante, pieno di dolore e di lontananza.»
Durata: 120’ senza intervallo
Nel palazzo reale di Trezene, Fedra si dibatte nella morsa di una passione tanto irrefrenabile quanto impossibile: ama il figliastro Ippolito, nato dal primo matrimonio del marito Teseo. Non ricambiata nel suo sentimento, si vendica accusando il giovane di un tentativo di stupro. Il ritorno di Teseo darà inizio a un’inesorabile rovina, che farà precipitare gli eventi verso la tragedia.
Dopo aver affrontato le eroine del teatro greco – Antigone, Ifigenia, Medea – Federico Tiezzi torna al mito antico, raccontato questa volta dal prezioso verso alessandrino di Jean Racine: «È come se, in Fedra, Racine volesse evocare ciò che resta dell’età classica, ricostruendola attraverso reliquie, lampi, frammenti, ma allo stesso tempo ne constatasse l’impossibilità, ne celebrasse la fine. Il risultato è una sorta di requiem allucinato e interiore, mentale e straniante, pieno di dolore e di lontananza.»
Durata: 120’ senza intervallo
La Locandina
Fedra
di Jean Racine
traduzione Giovanni Raboni
regia Federico Tiezzi
con Martino D’Amico, Valentina Elia, Elena Ghiaurov, Alberto Boubakar Malanchino, Marina Occhionero, Bruna Rossi, Massimo Verdastro
scena Franco Raggi, Gregorio Zurla e Federico Tiezzi
costumi Giovanna Buzzi
luci Gianni Pollini
canto Francesca Della Monica
movimenti coreografici Cristiana Morganti
regista assistente Giovanni Scandella
costumista assistente Lisa Rufini
scenografa assistente Erika Baffico
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale, Compagnia Lombardi-Tiezzi
Biglietti
Categoria spettacolo Ospitalità
Platea Intero € 33 | Ridotto (under 26 e over 65) € 21
Balconata Intero € 26 | Ridotto (under 26 e over 65) € 18
Abbonamenti
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