In occasione dello spettacolo Medea, storica regia di Luca Ronconi ripresa da Daniele Salvo, il Piccolo organizza un incontro con la compagnia dello spettacolo. Coordina Alberto Bentoglio dell'Università degli Studi di Milano.
Chiostro Nina Vinchi
Tanti sono gli spunti per parlare di Medea di Euripide, storica regia di Luca Ronconi (il debutto è del 1996) ripresa da Daniele Salvo e con protagonista, oggi come allora, Franco Branciaroli.
«In questo riallestimento di Medea, assolutamente filologico, ho voluto riproporre nei dettagli la regia di Luca Ronconi – scrive nelle note di regia Daniele Salvo – senza nessuna intromissione e nessuna aggiunta o sottrazione, ritrovando l’itinerario già percorso da Luca. Franco Branciaroli in questo lavoro raggiunge vette di elaborazione interpretativa assolutamente incredibili. La sua è una Medea donna /uomo/ mostro proteiforme, indecifrabile, ambiguo, misterioso, violento, dolcissimo, clamoroso».
«Io non interpreto una donna, sono nei panni di un uomo che recita una parte femminile, è molto diverso – sottolinea Franco Branciaroli –. Medea è un mito: rappresenta la ferocia della forza distruttrice. Rimettiamoci nei panni del pubblico greco: vedendo la tragedia, saprà che arriverà ad Atene una forza che si accanisce sulle nuove generazioni, i suoi figli. Lei è una smisurata, dotata di un potere sinistro. Che usa la femminilità come maschera, per commettere una serie mostruosa di delitti: non è un caso che la prima a cadere sia una donna, la regina, la nuova sposa di Giasone».
Coordina l'incontro Alberto Bentoglio dell'Università degli Studi di Milano.
Tanti sono gli spunti per parlare di Medea di Euripide, storica regia di Luca Ronconi (il debutto è del 1996) ripresa da Daniele Salvo e con protagonista, oggi come allora, Franco Branciaroli.
«In questo riallestimento di Medea, assolutamente filologico, ho voluto riproporre nei dettagli la regia di Luca Ronconi – scrive nelle note di regia Daniele Salvo – senza nessuna intromissione e nessuna aggiunta o sottrazione, ritrovando l’itinerario già percorso da Luca. Franco Branciaroli in questo lavoro raggiunge vette di elaborazione interpretativa assolutamente incredibili. La sua è una Medea donna /uomo/ mostro proteiforme, indecifrabile, ambiguo, misterioso, violento, dolcissimo, clamoroso».
«Io non interpreto una donna, sono nei panni di un uomo che recita una parte femminile, è molto diverso – sottolinea Franco Branciaroli –. Medea è un mito: rappresenta la ferocia della forza distruttrice. Rimettiamoci nei panni del pubblico greco: vedendo la tragedia, saprà che arriverà ad Atene una forza che si accanisce sulle nuove generazioni, i suoi figli. Lei è una smisurata, dotata di un potere sinistro. Che usa la femminilità come maschera, per commettere una serie mostruosa di delitti: non è un caso che la prima a cadere sia una donna, la regina, la nuova sposa di Giasone».
Coordina l'incontro Alberto Bentoglio dell'Università degli Studi di Milano.