Secondo appuntamento della rassegna Il Sessantotto, a cura di Maurizio Porro, in collaborazione con Fondazione Cineteca Italiana, è con il film di Pier Paolo Pasolini Uccellacci uccellini, con protagonisti Totò e Ninetto Davoli.
Chiostro Nina Vinchi
Uno dei film più visionari e “politici” di Pier Paolo Pasolini, Uccellacci e uccellini è un capolavoro allegorico, una favola filosofica in chiave marxista. Come in molti racconti immaginifici, non c'è una storia ben definita: il pretesto narrativo è dato dalle considerazioni di un vecchio corvo "intellettuale di sinistra" che si rivolge a due uomini, padre (Totò) e figlio (Davoli), che vagano per le periferie e le campagne circostanti la città di Roma. Il corvo narra loro di Ciccillo e Ninetto (anch'essi interpretati da Totò e Davoli), due frati cui san Francesco ordina d'evangelizzare i falchi e i passeri. I due frati non raggiungono il loro obiettivo, perché non riusciranno a porre fine alla feroce rivalità dei due specie.
Chiusa la parentesi del racconto, Totò e Ninetto, riprendono il loro cammino – e il corvo le sue divagazioni filosofiche – durante il quale i due protagonisti, in un contesto fortemente visionario, incontrano altre persone, tra le quali: alcuni proprietari terrieri che finiscono per sparare contro i due che non vogliono uscire dai loro terreni; una famiglia, che vive in condizioni degradate, cui Totò intima d'abbandonare la propria casa; un gruppo d'attori itineranti a bordo di una Cadillac; i partecipanti al "1º convegno dei dentisti dantisti"; un uomo d'affari di cui Totò è debitore. In seguito i due si ritrovano ai funerali di Togliatti e poi incontrano una prostituta. Alla fine Totò e Ninetto, stanchi delle chiacchiere del corvo, lo uccidono e se lo mangiano.
Uno dei film più visionari e “politici” di Pier Paolo Pasolini, Uccellacci e uccellini è un capolavoro allegorico, una favola filosofica in chiave marxista. Come in molti racconti immaginifici, non c'è una storia ben definita: il pretesto narrativo è dato dalle considerazioni di un vecchio corvo "intellettuale di sinistra" che si rivolge a due uomini, padre (Totò) e figlio (Davoli), che vagano per le periferie e le campagne circostanti la città di Roma. Il corvo narra loro di Ciccillo e Ninetto (anch'essi interpretati da Totò e Davoli), due frati cui san Francesco ordina d'evangelizzare i falchi e i passeri. I due frati non raggiungono il loro obiettivo, perché non riusciranno a porre fine alla feroce rivalità dei due specie.
Chiusa la parentesi del racconto, Totò e Ninetto, riprendono il loro cammino – e il corvo le sue divagazioni filosofiche – durante il quale i due protagonisti, in un contesto fortemente visionario, incontrano altre persone, tra le quali: alcuni proprietari terrieri che finiscono per sparare contro i due che non vogliono uscire dai loro terreni; una famiglia, che vive in condizioni degradate, cui Totò intima d'abbandonare la propria casa; un gruppo d'attori itineranti a bordo di una Cadillac; i partecipanti al "1º convegno dei dentisti dantisti"; un uomo d'affari di cui Totò è debitore. In seguito i due si ritrovano ai funerali di Togliatti e poi incontrano una prostituta. Alla fine Totò e Ninetto, stanchi delle chiacchiere del corvo, lo uccidono e se lo mangiano.