In occasione dello spettacolo La Dama Duende di Pedro Calderón de la Barca (al Teatro Grassi dall’8 all’11 novembre 2018), il Piccolo, in collaborazione con l’Instituto Cervantes di Milano organizza un incontro con la regista Helena Pimenta per approfondire il lavoro della Compañia Nacional de Teatro Clásico.
Chiostro Nina Vinchi
Intrighi, equivoci, scambi di persona, travestimenti e amori appassionati: La dama duende, scritta da Pedro Calderón de la Barca nel 1629, invitava a riflettere sulla condizione femminile nella Spagna del siglo de oro. In occasione delle recite a Milano (Teatro Grassi dall'8 all'11 novembre) il Piccolo, in collaborazione con l’Instituto Cervantes di Milano, organizza un incontro con la regista Helena Pimenta per approfondire il lavoro della Compañia Nacional de Teatro Clásico.
«Tra sogno e realtà, risate e stupore – spiega Helena Pimenta, regista dello spettacolo e dal 2011 alla guida della Compañía Nacional de Teatro Clasico – le parole di Calderón ci riveleranno, ancora una volta, situazioni legate alle donne, ai sentimenti, all'inganno, alla libertà, esilaranti e al tempo stessi serissime, figlie del nostro lontano passato, ma riferibili anche a un tempo più vicino, se non forse al nostro presente. L’umorismo ci aiuterà a non avere paura di affrontarle».
Intrighi, equivoci, scambi di persona, travestimenti e amori appassionati: La dama duende, scritta da Pedro Calderón de la Barca nel 1629, invitava a riflettere sulla condizione femminile nella Spagna del siglo de oro. In occasione delle recite a Milano (Teatro Grassi dall'8 all'11 novembre) il Piccolo, in collaborazione con l’Instituto Cervantes di Milano, organizza un incontro con la regista Helena Pimenta per approfondire il lavoro della Compañia Nacional de Teatro Clásico.
«Tra sogno e realtà, risate e stupore – spiega Helena Pimenta, regista dello spettacolo e dal 2011 alla guida della Compañía Nacional de Teatro Clasico – le parole di Calderón ci riveleranno, ancora una volta, situazioni legate alle donne, ai sentimenti, all'inganno, alla libertà, esilaranti e al tempo stessi serissime, figlie del nostro lontano passato, ma riferibili anche a un tempo più vicino, se non forse al nostro presente. L’umorismo ci aiuterà a non avere paura di affrontarle».