In occasione dello spettacolo Nel tempo degli dèi di Marco Paolini e Francesco Niccolini, regia di Gabriele Vacis, il Piccolo organizza un incontro di approfondimento sui temi dello spettacolo cui partecipa, con Marco Paolini, lo scrittore Antonio Scurati.
Chiostro Nina Vinchi
«Odissea è un testo fondante della nostra tradizione europea. È un'opera complessa, ha infiniti rivoli narrativi, regge mille letture diverse» dice Marco Paolini a proposito del suo ultimo spettacolo, Nel tempo degli dèi prodotto dal Piccolo Teatro e Jolefilm, scritto con Francesco Niccolini e la regia di Gabriele Vacis, in scena al Teatro Strehler dal 14 marzo al 18 aprile 2019. «Ulisse compie il destino insensato che gli dèi hanno stabilito per lui – prosegue Paolini –. Smessi i panni del mendicante, indossa quelli del vendicatore e massacra i Proci, cento otto uomini. Come può un simnile oltraggio alla vita essere comandato da un dio? Perché gli dèi omerici, in quanto immortali, godono dell lusso di un tempo infinito e talvolta lo occupano costringendo gli uomini a commettere azioni anche riprovevoli. Ulisse non solo non aspira ad essere eterno, ma all'opposto rivendica il diritto di completare la prorpia vita in mezzo all'errore, di correre il rischio di esseere una persona riprovevole, di ammalarsi, di soffrire, di vivere e morire».
Di questi e dei tanti altri temi del capolavoro omerico e della messa in scena parleranno Marco Paolini con lo scrittore Antonio Scurati nel corso dell'incontro con il pubblico.
«Odissea è un testo fondante della nostra tradizione europea. È un'opera complessa, ha infiniti rivoli narrativi, regge mille letture diverse» dice Marco Paolini a proposito del suo ultimo spettacolo, Nel tempo degli dèi prodotto dal Piccolo Teatro e Jolefilm, scritto con Francesco Niccolini e la regia di Gabriele Vacis, in scena al Teatro Strehler dal 14 marzo al 18 aprile 2019. «Ulisse compie il destino insensato che gli dèi hanno stabilito per lui – prosegue Paolini –. Smessi i panni del mendicante, indossa quelli del vendicatore e massacra i Proci, cento otto uomini. Come può un simnile oltraggio alla vita essere comandato da un dio? Perché gli dèi omerici, in quanto immortali, godono dell lusso di un tempo infinito e talvolta lo occupano costringendo gli uomini a commettere azioni anche riprovevoli. Ulisse non solo non aspira ad essere eterno, ma all'opposto rivendica il diritto di completare la prorpia vita in mezzo all'errore, di correre il rischio di esseere una persona riprovevole, di ammalarsi, di soffrire, di vivere e morire».
Di questi e dei tanti altri temi del capolavoro omerico e della messa in scena parleranno Marco Paolini con lo scrittore Antonio Scurati nel corso dell'incontro con il pubblico.