Una lunga carriera di artista raccontata in prima persona: Umberto Orsini presenta il suo libro Sold out (Laterza Editore) componendo così il romanzo di una vita, tra incontri indimenticabili, colpi di fortuna, delusioni, le difficoltà che precedono i grandi successi... Con l'autore interviene Maurizio Porro.
Chiostro Nina Vinchi
«La prima cosa che mi viene da pensare quando sto per entrare in scena è che anche quella sera mi capiterà di dire cose importanti, profonde, a volte spiritose, a volte drammatiche, raramente banali. E questo è un privilegio enorme. Sottrarre due ore del nostro tempo all’ovvietà delle parole quotidiane per dire parole scritte da altri è una cosa impagabile. Che ladro è l’attore, e nello stesso tempo che benefattore!».
Umberto Orsini rimette in ordine le tessere della propria storia e decide di raccontare la propria vita, la lunga carriera, i successi, gli incontri, le difficoltà e le delusioni: nasce così Sold Out (Laterza Editore, a cura di Paolo di Paolo), che raccoglie ricordi, riflessioni, emozioni vissute, spesso annotate nei lunedì di riposo dagli impegni teatrali.
«Dalle campagne novaresi ai palcoscenici dei maggiori teatri italiani, dal "rischio" di diventare un notaio di provincia a un viaggio in treno con Orson Welles, ai film di Luchino Visconti, alle partite a tennis con Vittorio Gassman – scrive Paolo Di Paolo che ha curato l'edizione del libro –. Orsini toglie la maschera e si racconta, lasciandoci entrare nella sua officina (i segni sui copioni da portare in scena, il dialogo con i grandi registi, da Fellini a Zeffirelli, da Patroni Griffi a Ronconi, la complicità con i colleghi) dal "maestro" Romolo Valli a Marcello Mastroianni, da Rossella Falk e Virna Lisi a Charlotte Rampling. E ancora: la fama televisiva (i Karamazov visti da quindici milioni di spettatori a puntata, l’invenzione casuale di un programma di cucina, le copertine dei rotocalchi), la formazione di una propria compagnia. Mentre prepara un nuovo spettacolo, Orsini riavvolge il nastro di una carriera impressionante: nessun’aria di bilancio, niente nostalgia, perché – come dice – quello dell’attore è un mestiere sempre precario. Nemmeno alla centesima replica sei sicuro di qualcosa».
Alla presentazione del libro interviene con l'autore il giornalista e critico del Corriere della Sera Maurizio Porro.
«La prima cosa che mi viene da pensare quando sto per entrare in scena è che anche quella sera mi capiterà di dire cose importanti, profonde, a volte spiritose, a volte drammatiche, raramente banali. E questo è un privilegio enorme. Sottrarre due ore del nostro tempo all’ovvietà delle parole quotidiane per dire parole scritte da altri è una cosa impagabile. Che ladro è l’attore, e nello stesso tempo che benefattore!».
Umberto Orsini rimette in ordine le tessere della propria storia e decide di raccontare la propria vita, la lunga carriera, i successi, gli incontri, le difficoltà e le delusioni: nasce così Sold Out (Laterza Editore, a cura di Paolo di Paolo), che raccoglie ricordi, riflessioni, emozioni vissute, spesso annotate nei lunedì di riposo dagli impegni teatrali.
«Dalle campagne novaresi ai palcoscenici dei maggiori teatri italiani, dal "rischio" di diventare un notaio di provincia a un viaggio in treno con Orson Welles, ai film di Luchino Visconti, alle partite a tennis con Vittorio Gassman – scrive Paolo Di Paolo che ha curato l'edizione del libro –. Orsini toglie la maschera e si racconta, lasciandoci entrare nella sua officina (i segni sui copioni da portare in scena, il dialogo con i grandi registi, da Fellini a Zeffirelli, da Patroni Griffi a Ronconi, la complicità con i colleghi) dal "maestro" Romolo Valli a Marcello Mastroianni, da Rossella Falk e Virna Lisi a Charlotte Rampling. E ancora: la fama televisiva (i Karamazov visti da quindici milioni di spettatori a puntata, l’invenzione casuale di un programma di cucina, le copertine dei rotocalchi), la formazione di una propria compagnia. Mentre prepara un nuovo spettacolo, Orsini riavvolge il nastro di una carriera impressionante: nessun’aria di bilancio, niente nostalgia, perché – come dice – quello dell’attore è un mestiere sempre precario. Nemmeno alla centesima replica sei sicuro di qualcosa».
Alla presentazione del libro interviene con l'autore il giornalista e critico del Corriere della Sera Maurizio Porro.