Falstaff è un personaggio che appare in tre opere di Shakespeare, ma al quale il Bardo non ha mai dedicato un testo. Come invece ha fatto il compositore Giuseppe Verdi, nell'opera omonima. Falstaff e il suo servo nasce dal testo di Nicola Fano e Antonio Calenda e racconta le avventure di un uomo estremamente contemporaneo. All'incontro con il pubblico partecipa la compagnia dello spettacolo. Modera Anna Piletti.
Chiostro Nina Vinchi
Franco Branciaroli e Massimo De Francovich sono i protagonisti dello spettacolo Falstaff e il suo servo, in scena al Teatro Strehler dal 19 novembre al 6 dicembre. Scritto da Nicola Fano e Antonio Calenda lo spettacolo rende protagonista Falstaff, personaggio che appare in tre opere di Shakespeare – Le allegre comari di Windsor, Enrico IV ed Enrico V –, ma al quale il Bardo non ha mai dedicato integralmente un testo, come invece ha fatto Giuseppe Verdi nell'opera omonima.
Falstaff rappresenta un uomo di disperata vitalità, ossessivamente ottimista, teso a sconvolgere il conflitto tra volontà e destino: «Un personaggio unico – scrivono gli autori – . E attualissimo: come non pensare, seguendo le sue smanie, alla frenesia dell’uomo iperconnesso che vive contemporaneamente mille vite (vere o virtuali) pur di dimostrare a se stesso che esiste? Ecco, così noi abbiamo immaginato Falstaff: come l’antieroe di tutti i più grandi personaggi di Shakespeare. Se la modernità di Shakespeare è nella rappresentazione del dubbio, dell’imperfezione consapevole dell’individuo (quella di cui Amleto e Iago forniscono due filosofie gemelle ancorché opposte), la sua postmodernità è nel grassone che twitta per essere».
Franco Branciaroli e Massimo De Francovich sono i protagonisti dello spettacolo Falstaff e il suo servo, in scena al Teatro Strehler dal 19 novembre al 6 dicembre. Scritto da Nicola Fano e Antonio Calenda lo spettacolo rende protagonista Falstaff, personaggio che appare in tre opere di Shakespeare – Le allegre comari di Windsor, Enrico IV ed Enrico V –, ma al quale il Bardo non ha mai dedicato integralmente un testo, come invece ha fatto Giuseppe Verdi nell'opera omonima.
Falstaff rappresenta un uomo di disperata vitalità, ossessivamente ottimista, teso a sconvolgere il conflitto tra volontà e destino: «Un personaggio unico – scrivono gli autori – . E attualissimo: come non pensare, seguendo le sue smanie, alla frenesia dell’uomo iperconnesso che vive contemporaneamente mille vite (vere o virtuali) pur di dimostrare a se stesso che esiste? Ecco, così noi abbiamo immaginato Falstaff: come l’antieroe di tutti i più grandi personaggi di Shakespeare. Se la modernità di Shakespeare è nella rappresentazione del dubbio, dell’imperfezione consapevole dell’individuo (quella di cui Amleto e Iago forniscono due filosofie gemelle ancorché opposte), la sua postmodernità è nel grassone che twitta per essere».