Martedì 17 ottobre alle 15, nel foyer del Teatro Grassi, l'inaugurazione dell'installazione La leggerezza del tempo. A seguire, al Chiostro Nina Vinchi, la proiezione integrale della registrazione trasmessa dalla Rai il 24 e 25 marzo 1978 de Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov diretto da Giorgio Strehler.
Chiostro Nina Vinchi
Reinterpretando lo spazio del foyer del Teatro Grassi e rendendo i lampadari epicentri di luce che rappresentano gli artisti, sono stati creati degli elementi leggeri e aerei che si propagano dai tre fulcri luminosi. Nasce così l’installazione La leggerezza del tempo, una continuità che investe tutta l’area sospesa, a partire dall’ingresso, dedicato a Luciano Damiani, la parte centrale, riservata a Franco Graziosi e la terza destinata a Valentina Cortese.
Era il 22 maggio 1974 quando Giorgio Strehler rimise in scena Il giardino dei ciliegi di Čechov, di cui nel 1955 aveva già presentato al pubblico una prima edizione. Diciannove anni dopo, nel pieno della maturità artistica e umana, Strehler pensa a un giardino più astratto, non naturalistico, riportando Čechov alla sua dimensione universale e più autentica.
La trama del Giardino racconta il ritorno a casa, in un grande podere nella campagna russa, di una nobildonna, Ljubov’ Andreevna Ranevskaja, accompagnata dalla figlia Anja e dal fratello Gaiev. Nella casa ritrova Varia, figlia adottiva e governante della proprietà, e alcuni fedeli servitori, tra cui il vecchio Firs. Ljubov’ è vissuta all’estero per cinque anni, sperperando l’intero patrimonio e trovandosi costretta a mettere in vendita i possedimenti, incluso il magnifico giardino dei ciliegi al quale lei, al pari di tutti i componenti della famiglia, è intimamente legata. Tra coloro che frequentano la casa è anche Lopachin, figlio di servi della gleba e da bambino servo egli stesso, riscattatosi dalla miseria grazie alla propria abilità negli affari. Egli vorrebbe convincere Ljubov e Gaiev ad associarsi in affari con lui – che si farebbe carico dei debiti – scongiurando così il rischio di perdere casa e giardino nell’imminente asta, ma la donna rifiuta la sua proposta…
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria
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Programma di sala
LeggiReinterpretando lo spazio del foyer del Teatro Grassi e rendendo i lampadari epicentri di luce che rappresentano gli artisti, sono stati creati degli elementi leggeri e aerei che si propagano dai tre fulcri luminosi. Nasce così l’installazione La leggerezza del tempo, una continuità che investe tutta l’area sospesa, a partire dall’ingresso, dedicato a Luciano Damiani, la parte centrale, riservata a Franco Graziosi e la terza destinata a Valentina Cortese.
Era il 22 maggio 1974 quando Giorgio Strehler rimise in scena Il giardino dei ciliegi di Čechov, di cui nel 1955 aveva già presentato al pubblico una prima edizione. Diciannove anni dopo, nel pieno della maturità artistica e umana, Strehler pensa a un giardino più astratto, non naturalistico, riportando Čechov alla sua dimensione universale e più autentica.
La trama del Giardino racconta il ritorno a casa, in un grande podere nella campagna russa, di una nobildonna, Ljubov’ Andreevna Ranevskaja, accompagnata dalla figlia Anja e dal fratello Gaiev. Nella casa ritrova Varia, figlia adottiva e governante della proprietà, e alcuni fedeli servitori, tra cui il vecchio Firs. Ljubov’ è vissuta all’estero per cinque anni, sperperando l’intero patrimonio e trovandosi costretta a mettere in vendita i possedimenti, incluso il magnifico giardino dei ciliegi al quale lei, al pari di tutti i componenti della famiglia, è intimamente legata. Tra coloro che frequentano la casa è anche Lopachin, figlio di servi della gleba e da bambino servo egli stesso, riscattatosi dalla miseria grazie alla propria abilità negli affari. Egli vorrebbe convincere Ljubov e Gaiev ad associarsi in affari con lui – che si farebbe carico dei debiti – scongiurando così il rischio di perdere casa e giardino nell’imminente asta, ma la donna rifiuta la sua proposta…
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Programma di sala
LeggiLa Locandina
Installazione La leggerezza del tempo:
progetto e allestimento Paolo Di Benedetto
selezione immagini Silvia Colombo
selezione testi Davide Verga
realizzazione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Brera
Il giardino dei ciliegi:
di Anton Čechov
traduzione Luigi Lunari e Giorgio Strehler
regia Giorgio Strehler
scene e costumi Luciano Damiani
musiche Fiorenzo Carpi
registi assistenti Carlo Battistoni, Enrico D’Amato, Lamberto Puggelli
personaggi e interpreti:
Liuba Valentina Cortese
Ania Monica Guerritore
Varia Giulia Lazzarini
Gaief Renato De Carmine
Lopachin Franco Graziosi
Trofimof Antonio Fattorini
Piscik Enzo Tarascio
Charlotte Claudia Lawrence
Iepicodof Gianfranco Mauri
Duniascia Marisa Minelli
Firs Renzo Ricci
Iascia Cip Barcellini
un viandante Vladimir Nikolaev
un invitato Armando Benetti
[I nomi dei personaggi sono riportati con la grafia impiegata nelle locandine originali dello spettacolo]
durata 162'
registrazione trasmessa dalla Rai – Radiotelevisione italiana il 24 e 25 marzo 1978