Una moglie abbandonata, un lutto interiore da attraversare e vivere fino in fondo, un corpo oppresso da distruggere, per ricostruirlo più resistente. Gaia Saitta porta in scena il romanzo di Elena Ferrante, storia di una donna capace di rinascere, finalmente libera, scandalosa e potente.
Italia, fine anni ’90. La quarantenne Olga vive un’esistenza borghese: è moglie devota e madre amorevole di un ragazzo e di una bambina. Per seguire il marito ingegnere, nel romanzo di Ferrante si trasferisce da Napoli a Torino; nell’edizione teatrale di Gaia Saitta, ci si sposta ancora più a Nord, a Bruxelles.
All’improvviso, l’uomo al quale si è sempre dedicata l’abbandona per una ragazza che ha la metà dei suoi anni. Olga sprofonda in uno stato di rabbia feroce, diventa volgare, violenta, grottesca, non si occupa più né dei figli, né del cane, né di se stessa. Intime paure si riaffacciano alla sua mente, portandola sull’orlo del baratro, fino a quando la luce si riaccende: con una nuova consapevolezza di sé, Olga è pronta a scrivere un nuovo capitolo della sua vita.
«La prima volta che ho letto il romanzo di Elena Ferrante mi è mancato il respiro – spiega Gaia Saitta, classe 1978, formatasi in Italia e da anni attiva in Belgio, dove è artista associata al Théâtre National Wallonie-Bruxelles –. L’Italia che racconta è quella di mia madre, dove pareva esistere un unico modello di vita. Ferrante ci mostra un’altra donna possibile, scandalosa e potente, che mi riguarda e mi scuote da dentro, che mi dà il desiderio e la forza di diventare la persona che sono. È la storia che voglio raccontare.»
Consigliato a partire dai 15 anni
Spettacolo in francese e italiano con sovratitoli in italiano e inglese
Durata: 105’ senza intervallo
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Italia, fine anni ’90. La quarantenne Olga vive un’esistenza borghese: è moglie devota e madre amorevole di un ragazzo e di una bambina. Per seguire il marito ingegnere, nel romanzo di Ferrante si trasferisce da Napoli a Torino; nell’edizione teatrale di Gaia Saitta, ci si sposta ancora più a Nord, a Bruxelles.
All’improvviso, l’uomo al quale si è sempre dedicata l’abbandona per una ragazza che ha la metà dei suoi anni. Olga sprofonda in uno stato di rabbia feroce, diventa volgare, violenta, grottesca, non si occupa più né dei figli, né del cane, né di se stessa. Intime paure si riaffacciano alla sua mente, portandola sull’orlo del baratro, fino a quando la luce si riaccende: con una nuova consapevolezza di sé, Olga è pronta a scrivere un nuovo capitolo della sua vita.
«La prima volta che ho letto il romanzo di Elena Ferrante mi è mancato il respiro – spiega Gaia Saitta, classe 1978, formatasi in Italia e da anni attiva in Belgio, dove è artista associata al Théâtre National Wallonie-Bruxelles –. L’Italia che racconta è quella di mia madre, dove pareva esistere un unico modello di vita. Ferrante ci mostra un’altra donna possibile, scandalosa e potente, che mi riguarda e mi scuote da dentro, che mi dà il desiderio e la forza di diventare la persona che sono. È la storia che voglio raccontare.»
Consigliato a partire dai 15 anni
Spettacolo in francese e italiano con sovratitoli in italiano e inglese
Durata: 105’ senza intervallo
La Locandina
Les jours de mon abandon / I giorni dell’abbandono
ispirato a I giorni dell’abbandono di Elena Ferrante © 2002 Edizioni E/O
ideazione, adattamento, regia Gaia Saitta
collaborazione artistica Sarah Cuny, Mathieu Volpe, Jayson Batut
testo e drammaturgia Gaia Saitta, Mathieu Volpe
assistente alla regia Sarah Cuny
scene Paola Villani
costumi Frédérick Denis
suono Ezequiel Menalled
luci Amélie Géhin
con Jayson Batut, Flavie Dachy / Mathilde Karam, Gaia Saitta, Vitesse (il cane)
coordinamento tecnico Giuliana Rienzi
regia suono Pawel Wnuczynski
regia luci Corentin Christiaens
creazione e regia video Stefano Serra
assistente ai video Arthur Demaret
direzione di scena Thomas Linthoudt
meccanizzazione scene Chris Vanneste
coach bambini Lola Chuniaud
educatore cinofilo (addestramento condotto nel rispetto dell’animale) Casting Tails, Tim Van Brussel
stagiste Lou-Ann Bererd (scene), Tania Chirino (regia), Paul Canfori (regia)
costruzione scene e realizzazione costumi Ateliers du Théâtre National Wallonie-Bruxelles
uno spettacolo di Gaia Saitta / If Human
produzione Théâtre National Wallonie-Bruxelles coproduzione Kunstenfestivaldesarts, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, TNC-Teatre Nacional de Catalunya Barcellona, Théâtre de Namur, Le Manège Maubeuge, La Coop asbl, Shelter Prod con il sostegno di BAMP – Brussels Art Melting Pot asbl, Taxshelter.be, ING et du Taxshelter du gouvernement fédéral belge
Consigliato a partire dai 15 anni
Spettacolo in francese e italiano con sovratitoli in italiano e inglese