Regista di cinema e teatro – il suo Pieces of a Woman valse a Vanessa Kirby la Coppa Volpi a Venezia e una candidatura all’Oscar per la migliore interpretazione femminile – l’ungherese Kornél Mundruczó porta in scena uno spettacolo che affronta i temi dell’identità di genere e dell’appartenenza etnica, nel contesto dell’Europa orientale.
Tre generazioni di una stessa famiglia, in un piccolo appartamento, a Budapest. La nonna rifiuta una medaglia d’onore, conferitale in quanto sopravvissuta all’Olocausto; la madre deve fornire una prova della propria identità ebraica, per ottenere un posto a scuola per il figlio, nella loro nuova dimora di Berlino; il figlio adulto è in cerca della propria dimensione di uomo omosessuale.
Tutti si pongono le stesse domande: possiamo liberarci dai condizionamenti identitari che abbiamo ereditato? Quando l’identità è un privilegio e quando è invece un peso? Tutto dipende dal punto di vista.
Con PARALLAX (il termine descrive il cambiamento apparente della posizione di un oggetto, se osservato da diverse angolazioni), il regista ungherese Kornél Mundruczó, con la sua compagnia indipendente Proton Theatre, porta in scena una saga familiare, dipingendo un quadro profondamente toccante dei condizionamenti esercitati dalle convenzioni, tra l’ebraismo dell’Europa orientale e la comunità LGBT+, vittima in Ungheria di innumerevoli restrizioni.
(Carmen Hornbostel, dramaturg, Wiener Festwochen)
Consigliato a partire dai 18 anni per la presenza di scene di nudo integrale e di atti sessuali espliciti
Spettacolo in lingua ungherese con sovratitoli in italiano e in inglese
Durata: 110’ senza intervallo
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Tre generazioni di una stessa famiglia, in un piccolo appartamento, a Budapest. La nonna rifiuta una medaglia d’onore, conferitale in quanto sopravvissuta all’Olocausto; la madre deve fornire una prova della propria identità ebraica, per ottenere un posto a scuola per il figlio, nella loro nuova dimora di Berlino; il figlio adulto è in cerca della propria dimensione di uomo omosessuale.
Tutti si pongono le stesse domande: possiamo liberarci dai condizionamenti identitari che abbiamo ereditato? Quando l’identità è un privilegio e quando è invece un peso? Tutto dipende dal punto di vista.
Con PARALLAX (il termine descrive il cambiamento apparente della posizione di un oggetto, se osservato da diverse angolazioni), il regista ungherese Kornél Mundruczó, con la sua compagnia indipendente Proton Theatre, porta in scena una saga familiare, dipingendo un quadro profondamente toccante dei condizionamenti esercitati dalle convenzioni, tra l’ebraismo dell’Europa orientale e la comunità LGBT+, vittima in Ungheria di innumerevoli restrizioni.
(Carmen Hornbostel, dramaturg, Wiener Festwochen)
Consigliato a partire dai 18 anni per la presenza di scene di nudo integrale e di atti sessuali espliciti
Spettacolo in lingua ungherese con sovratitoli in italiano e in inglese
Durata: 110’ senza intervallo
La Locandina
Kornél Mundruczó / Proton Theatre
PARALLAX
testo scritto da Kata Wéber, comprendendo anche le improvvisazioni della compagnia
regia Kornél Mundruczó
con Lili Monori, Emőke Kiss-Végh, Erik Major, Roland Rába, Sándor Zsótér, Csaba Molnár, Soma Boronkay
scene Monika Pormale
costumi Melinda Domán
luci András Éltető
collaborazione artistica e producer Dóra Büki
dramaturg Soma Boronkay, Stefanie Carp
musica Asher Goldschmidt
coreografia Csaba Molnár
produzione Proton Theatre in coproduzione con Wiener Festwochen | Freie Republik Wien, Odéon-Théâtre de l’Europe, Comédie de Genève, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, HAU Hebbel am Ufer, Athens Epidaurus Festival, Festival d’Automne à Paris, Maillon Théâtre de Strasbourg - Scène européenne, International Summer Festival Kampnagel – Hamburg, CNDO Orléans, La Bâtie – Festival de Genève
con il supporto di 220volt, Számlázz.hu, Minorities Talents & Casting, Danubius Hotels
Consigliato a partire dai 18 anni per la presenza di scene di nudo integrale e di atti sessuali espliciti
Spettacolo in lingua ungherese con sovratitoli in italiano e in inglese