Che relazione esiste tra la sparizione di un dissidente politico durante la dittatura militare argentina del 1978 e quella di un pianista ebreo nell’Italia del 1941? Tra autobiografia e finzione, tra ricerca storica e investigazione poliziesca, Davide Carnevali porta in teatro una riflessione sulla barbarie dei totalitarismi che ha attraversato il Novecento.
Davide Carnevali porta davanti al pubblico un episodio di vita che oscilla tra l’autobiografia e l’invenzione narrativa: un viaggio a Buenos Aires per seguire la vicenda processuale di un appartamento conteso, acquistato da un presunto parente nel 1978, ma in realtà espropriato a un dissidente politico scomparso durante la dittatura militare, motivo per cui la cui famiglia della vittima ne chiede oggi la riassegnazione. Visitando il luogo del crimine, l’attore scopre che il desaparecido era un compositore argentino di origini italiane che, al momento della sparizione, stava lavorando sulle partiture di un pianista ebreo, di cui si erano perse le tracce durante la Seconda guerra mondiale. Dopo la chiusura del caso giudiziario, l’appartamento è infine convertito in casa-museo e la scenografia diviene una sorta di luogo di memoria, che il pubblico del teatro è invitato a visitare.
Come restituire la voce a chi è stato ridotto al silenzio? Come rappresentare sulla scena un corpo assente? Tra ricerca storica e investigazione poliziesca, Davide Carnevali architetta un gioco di variazioni letterarie e musicali, interrogandosi sul modo in cui rileggiamo il passato e scriviamo la Storia. Il testo – già edito in Italia da Einaudi – è stato presentato per la prima volta alla Biennale di Monaco di Baviera e alla Staatsoper Unter den Linden di Berlino nel 2018. Durante le stagioni 2023/24 e 2024/25, lo spettacolo stato riproposto nelle sedi dei coproduttori del progetto in una nuova versione in catalano (Teatre Lliure) e in francese (Comédie de Caen, Comédie de Reims e Théâtre de Liège).
Una drammaturgia costruita sulla memoria delle persone e dei luoghi, pensata per essere adattata di volta in volta alla biografia dell’interprete e alla città in cui è messa in scena. Il ritratto d’artista si trasforma allora in una riflessione sulla barbarie dei fascismi che ha attraversato globalmente il Novecento. E che potrebbe ancora oggi, pericolosamente, tornare a presentarsi.
Durata: 90’ più recupero
Davide Carnevali porta davanti al pubblico un episodio di vita che oscilla tra l’autobiografia e l’invenzione narrativa: un viaggio a Buenos Aires per seguire la vicenda processuale di un appartamento conteso, acquistato da un presunto parente nel 1978, ma in realtà espropriato a un dissidente politico scomparso durante la dittatura militare, motivo per cui la cui famiglia della vittima ne chiede oggi la riassegnazione. Visitando il luogo del crimine, l’attore scopre che il desaparecido era un compositore argentino di origini italiane che, al momento della sparizione, stava lavorando sulle partiture di un pianista ebreo, di cui si erano perse le tracce durante la Seconda guerra mondiale. Dopo la chiusura del caso giudiziario, l’appartamento è infine convertito in casa-museo e la scenografia diviene una sorta di luogo di memoria, che il pubblico del teatro è invitato a visitare.
Come restituire la voce a chi è stato ridotto al silenzio? Come rappresentare sulla scena un corpo assente? Tra ricerca storica e investigazione poliziesca, Davide Carnevali architetta un gioco di variazioni letterarie e musicali, interrogandosi sul modo in cui rileggiamo il passato e scriviamo la Storia. Il testo – già edito in Italia da Einaudi – è stato presentato per la prima volta alla Biennale di Monaco di Baviera e alla Staatsoper Unter den Linden di Berlino nel 2018. Durante le stagioni 2023/24 e 2024/25, lo spettacolo stato riproposto nelle sedi dei coproduttori del progetto in una nuova versione in catalano (Teatre Lliure) e in francese (Comédie de Caen, Comédie de Reims e Théâtre de Liège).
Una drammaturgia costruita sulla memoria delle persone e dei luoghi, pensata per essere adattata di volta in volta alla biografia dell’interprete e alla città in cui è messa in scena. Il ritratto d’artista si trasforma allora in una riflessione sulla barbarie dei fascismi che ha attraversato globalmente il Novecento. E che potrebbe ancora oggi, pericolosamente, tornare a presentarsi.
Durata: 90’ più recupero
La Locandina
Ritratto dell’artista da morto
(Italia ’41 – Argentina ’78)
scritto e diretto da Davide Carnevali
scene e costumi Charlotte Pistorius
luci Luigi Biondi, Omar Scala
musiche Gianluca Misiti
assistente alla regia Virginia Landi
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
coproduzione Comédie de Caen – CDN de Normandie, Comédie – Centre dramatique national de Reims, Théâtre de Liège