«Come in un doppio viaggio, verso l’Altro dentro di noi e verso l’Altro al di fuori di noi»: Theodoros Terzopoulos, uno dei maestri del teatro del Novecento, dirige un cast d’eccezione nella sua personale lettura del misterioso capolavoro di Samuel Beckett.
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Teatro Grassi
Theodoros Terzopoulos, fra i grandi maestri della ricerca teatrale, si confronta con il capolavoro di Samuel Beckett – una delle opere più celebri del “teatro dell’assurdo” – la cui vicenda ruota attorno a un dialogo tra due personaggi sospesi in una misteriosa situazione d’attesa.
«È da 25 anni che lavoro e studio Beckett – spiega il regista, famoso per il suo innovativo approccio al teatro greco –. Vi ho trovato una relazione che ha a che fare con l’annientamento della passione, dell’eroismo, della mania: molti elementi della tragedia di cui Beckett fa tabula rasa. Questa zona grigia del Nobel di Dublino, tra la vita e la morte, mi interessa molto. Un grigio con tante sfumature di nero. Mi interessa anche il sarcasmo, l’ironia che in Beckett trova terreno fertile, elementi che già incontriamo nel dramma satiresco classico. Se Beckett ha una relazione con il teatro greco è lì che dobbiamo cercala, proprio per il sarcasmo, per l’auto-annientamento, per il fatto che mai si crea una posizione fissa, ma si ha sempre la negazione della posizione e quindi, dopo, devi lavorare sulla negazione della negazione per una nuova posizione che sarà una nuova negazione. La zona è grigia, ma il suono non è triste.»
Durata: 90’ senza intervallo
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Programma di sala
LeggiTheodoros Terzopoulos, fra i grandi maestri della ricerca teatrale, si confronta con il capolavoro di Samuel Beckett – una delle opere più celebri del “teatro dell’assurdo” – la cui vicenda ruota attorno a un dialogo tra due personaggi sospesi in una misteriosa situazione d’attesa.
«È da 25 anni che lavoro e studio Beckett – spiega il regista, famoso per il suo innovativo approccio al teatro greco –. Vi ho trovato una relazione che ha a che fare con l’annientamento della passione, dell’eroismo, della mania: molti elementi della tragedia di cui Beckett fa tabula rasa. Questa zona grigia del Nobel di Dublino, tra la vita e la morte, mi interessa molto. Un grigio con tante sfumature di nero. Mi interessa anche il sarcasmo, l’ironia che in Beckett trova terreno fertile, elementi che già incontriamo nel dramma satiresco classico. Se Beckett ha una relazione con il teatro greco è lì che dobbiamo cercala, proprio per il sarcasmo, per l’auto-annientamento, per il fatto che mai si crea una posizione fissa, ma si ha sempre la negazione della posizione e quindi, dopo, devi lavorare sulla negazione della negazione per una nuova posizione che sarà una nuova negazione. La zona è grigia, ma il suono non è triste.»
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LeggiLa Locandina
Aspettando Godot
di Samuel Beckett
copyright Éditions de Minuit
traduzione Carlo Fruttero
regia, scene, luci e costumi Theodoros Terzopoulos
con (in ordine alfabetico) Paolo Musio, Stefano Randisi, Enzo Vetrano
e Giulio Germano Cervi, Rocco Ancarola
consulenza drammaturgica e assistenza alla regia Michalis Traitsis
training attoriale – Metodo Terzopoulos Giulio Germano Cervi
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini
in collaborazione con Attis Theatre Company
Biglietti
Categoria spettacolo Ospitalità
Platea Intero € 33 | Ridotto (under 26 e over 65) € 21
Balconata Intero € 26 | Ridotto (under 26 e over 65) € 18
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