Massimo Popolizio prosegue la sua ricerca artistica e civile portando in scena il dramma corale di Maksim Gor’kij. Riflessione filosofica e morale sul destino umano, atto di denuncia delle condizioni di vita di una parte di società tutt’altro che scomparsa, il testo, nell’adattamento di Emanuele Trevi, conserva tutta la sua carica di forza visionaria e disperata lucidità.
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Teatro Strehler
Conosciuto anche come I bassifondi, o Nel fondo, o ancora Il dormitorio, grande dramma di Maksim Gor’kij, rappresentato per la prima volta a Mosca nel 1902, fu ribattezzato L’albergo dei poveri da Giorgio Strehler nel 1947, in occasione della memorabile regia che inaugurò il Piccolo Teatro di Milano nel maggio del 1947. È quest’ultimo titolo che Massimo Popolizio ha deciso di riproporre al pubblico, in virtù del suo valore emblematico e poetico, oltre che storico.
L’albergo dei poveri è un grande dramma corale, che si potrebbe definire shakespeariano nel suo sapiente dosaggio di pathos, denuncia sociale, amara comicità, riflessione filosofica e morale sul destino umano. Il numero elevato degli attori in scena impone alla regia la ricerca di un ritmo adeguato al continuo mutare delle situazioni e dei punti di vista, in un crescendo di tensione reso ancora più evidente dall’angustia dello spazio evocato: un rifugio di derelitti e alcolizzati dove i personaggi trascorrono i loro giorni tentando di non soccombere alla disperazione e all’inerzia della sconfitta. Si tratta di una sfida che, dopo Stanislavskij che fu il primo regista del dramma di Gor’kij, è stata raccolta da grandi maestri della regia teatrale, come Strehler, e anche cinematografica, tra gli altri, Renoir e Kurosawa.
Se le grandi opere viaggiano nel tempo per essere rilette a ogni generazione da angolature diverse, lo stile di regia di Popolizio, la sua maniera di dirigere gli attori e il meccanismo teatrale nel suo complesso, sembra particolarmente adeguato a scrivere un nuovo capitolo di questa storia di interpretazioni. Il nostro non è il mondo del 1902, e nemmeno quello del 1947: è mutato anche il concetto stesso di “povertà”, ma l’energia drammatica, la forza visionaria, la disperata lucidità dei personaggi di Gor’kij è ancora intatta.
Durata: 100’ senza intervallo
Per saperne di più
Programma di sala
LeggiConosciuto anche come I bassifondi, o Nel fondo, o ancora Il dormitorio, grande dramma di Maksim Gor’kij, rappresentato per la prima volta a Mosca nel 1902, fu ribattezzato L’albergo dei poveri da Giorgio Strehler nel 1947, in occasione della memorabile regia che inaugurò il Piccolo Teatro di Milano nel maggio del 1947. È quest’ultimo titolo che Massimo Popolizio ha deciso di riproporre al pubblico, in virtù del suo valore emblematico e poetico, oltre che storico.
L’albergo dei poveri è un grande dramma corale, che si potrebbe definire shakespeariano nel suo sapiente dosaggio di pathos, denuncia sociale, amara comicità, riflessione filosofica e morale sul destino umano. Il numero elevato degli attori in scena impone alla regia la ricerca di un ritmo adeguato al continuo mutare delle situazioni e dei punti di vista, in un crescendo di tensione reso ancora più evidente dall’angustia dello spazio evocato: un rifugio di derelitti e alcolizzati dove i personaggi trascorrono i loro giorni tentando di non soccombere alla disperazione e all’inerzia della sconfitta. Si tratta di una sfida che, dopo Stanislavskij che fu il primo regista del dramma di Gor’kij, è stata raccolta da grandi maestri della regia teatrale, come Strehler, e anche cinematografica, tra gli altri, Renoir e Kurosawa.
Se le grandi opere viaggiano nel tempo per essere rilette a ogni generazione da angolature diverse, lo stile di regia di Popolizio, la sua maniera di dirigere gli attori e il meccanismo teatrale nel suo complesso, sembra particolarmente adeguato a scrivere un nuovo capitolo di questa storia di interpretazioni. Il nostro non è il mondo del 1902, e nemmeno quello del 1947: è mutato anche il concetto stesso di “povertà”, ma l’energia drammatica, la forza visionaria, la disperata lucidità dei personaggi di Gor’kij è ancora intatta.
Durata: 100’ senza intervallo
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Programma di sala
LeggiIncontri e approfondimenti
La Locandina
L’albergo dei poveri
uno spettacolo di Massimo Popolizio
tratto dall’opera di Maksim Gor’kij
riduzione teatrale Emanuele Trevi
scene Marco Rossi e Francesca Sgariboldi
costumi Gianluca Sbicca
luci Luigi Biondi
disegno del suono Alessandro Saviozzi
movimenti scenici Michele Abbondanza
assistente alla regia Tommaso Capodanno
con Massimo Popolizio
e con Sandra Toffolatti, Raffaele Esposito, Michele Nani, Giovanni Battaglia, Aldo Ottobrino, Giampiero Cicciò, Francesco Giordano, Martin Chishimba, Silvia Pietta, Gabriele Brunelli, Diamara Ferrero, Marco Mavaracchio, Luca Carbone, Carolina Ellero, Zoe Zolferino
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Teatro di Roma – Teatro Nazionale
Biglietti
Categoria spettacolo Produzione
Platea Intero € 40 | Ridotto (under 26 e over 65) € 23
Balconata Intero € 32 | Ridotto (under 26 e over 65) € 20
Abbonamenti
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Gruppi e pubblico organizzato
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